A fine settembre Mediobanca ha pubblicato il suo primo report TCFD (Task Force on Climate Related Financial Disclosure), con l’obiettivo di rappresentare in maniera trasparente le informazioni relative al proprio impatto ambientale.
Il report, che offre una panoramica completa dell’approccio del Gruppo ai rischi e alle opportunità climatiche, contiene anche:
- un’analisi dei rischi climatici che viene integrata nell’ambito delle analisi di rischiosità del
portafoglio evidenziando un’esposizione molto limitata nei settori ad alto rischio; - la quantificazione dell’impronta carbonica del portafoglio crediti e investimenti afferente alle attività di Wholesale Banking;
- un primo esercizio di allineamento del portafoglio lending rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi (1,5°C climate ambition) con risultati migliori rispetto al benchmark nei settori power, automotive e oil&gas;
- la definizione dei primi obiettivi climatici intermedi per la riduzione delle emissioni GHG, in coerenza con l’adesione al programma della Net-Zero Banking Alliance (NZBA). I target, allineati agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, prevedono – entro il 2030 – una riduzione delle emissioni associate all’esposizione creditizia proprietaria nei settori power e automotive rispettivamente del 68% e 45%.
In crescita l’offerta di prodotti e servizi che rispettino criteri ESG. In particolare, al 30 settembre 2022 l’attività creditizia consuntiva circa 3,3 miliardi di stock ESG di cui l’80% riferito al Corporate and Investment Banking, il 12% al WM e l’8% al Consumer Finance.
Il DCM si accredita nuovamente tra i principali operatori nell’ambito ESG, grazie a 5 operazioni portate a termine nel trimestre per un totale emesso di 4,2 miliardi.
La quota dei fondi ESG (ossia i fondi qualificati ex SFDR Articles 8 e 9) nel portafoglio della
clientela Premier è salita al 65%.