Mediobanca – Ricavi su nuovi massimi (757,1 mln +7% a/a) nel 1Q 22-23

Nel primo trimestre dell’esercizio 2022-23 i ricavi del gruppo Mediobanca raggiungono un livello record di 757,1 milioni (+7% a/a), con tutte le componenti in crescita.

Nel dettaglio, il margine di interesse si fissa a 396 milioni (+11% a/a e +6% t/t) per il contributo positivo di tutte le divisioni, in particolare del Consumer (+8% a/a e +3% t/t a 243 milioni) a seguito del miglioramento dei volumi, del riprezzamento degli attivi e dell’attenta gestione del costo della raccolta.

Le commissioni assommano a 210 milioni (+4% a/a e +2% t/t) per la sostenuta crescita del WM (+17% a/a e +7% t/t a 112 milioni), trainata dalle maggiori management fees e da upfront fees che si mantengono sugli stessi livelli dello scorso esercizio. Elevato anche se in calo il contributo del Corporate and Investment Banking (69 milioni, -10% a/a, e +1% t/t), grazie all’advisory e al lending.

I ricavi da trading sono pari a 65 milioni (+2x t/t, +29% a/a) per circa la metà rappresentato da attività di “solutions” con la clientela.

Il Cost/income è al 42% (-1pp a/a), comprensivo dei continui investimenti in distribuzione,
innovazione e talenti.

Eccellente qualità degli attivi, con il costo del rischio stabile a 48bps con overlays confermati a circa 300 milioni. Le attività deteriorate si mantengono sui livelli minimi di
giugno (2,5% lordo e 0,7% netto degli impieghi) così come i crediti classificati “Stage
2” (6,3% lordo e 5,8% netto).

In ulteriore salita gli indici di copertura: 72% per le attività deteriorate (+1pp t/t), 1,3% per i crediti performing di Gruppo e 3,75% per i crediti performing del Consumer.

L’utile netto si mantiene sostanzialmente stabile a/a a circa 263 milioni e il ROTE adj. al 12% (+2pp a/a), nonostante le valorizzazioni negative del seed capital in portafoglio in relazione all’andamento negativo dei mercati (-17 milioni). Al risultato finale corrisponde un ROTE del 12% e un EPS trimestrale pari a 0,31 euro (+5% a/a), dopo la cancellazione di 39 milioni di azioni proprie avvenute negli ultimi 12 mesi (22,6 milioni a dicembre 2021 e 16,5 milioni a settembre 2022).

Il risultato finale sconta rettifiche nette su altre attività finanziarie per 17 milioni, principalmente relative all’adeguamento dei fondi al fair value di fine settembre,
accantonamenti straordinari al fondo rischi per 2,6 milioni, equamente distribuiti tra Wealth
Management e Holding Functions (Leasing) e imposte sul reddito per 88,6 milioni corrispondenti ad un tax rate del 25,1% (81,6 milioni lo scorso anno; tax rate 23,5%).

A fine trimestre il totale attivo aumenta a 91,4 miliardi e registra impieghi verso la clientela in crescita del 7% a/a a 52,4 miliardi (+7% a/a e +1% t/t), con oltre 5 miliardi di crediti erogati di cui 1,9 miliardi nel Consumer (+6% a/a).

La raccolta salda a 60,3 miliardi, di cui 28,7 miliardi Wealth Management (48% del totale), 18,6 miliardi di cartolare e 4,5 miliardi di altre forme, inclusi 8,4 milioni di finanziamento T-LTRO

La base patrimoniale si conferma elevata, con il CET1 phase-in al 15,1%. Il calo del
trimestre (-60bps vs giugno) riflette la crescita profittevole degli attivi (circa -15bps) e
un aggravio regolamentare sul portafoglio large corporate (circa 1,5 miliardi di maggiori
RWA o -45bps di CET1, destinato a rientrare con l’avvio di Basilea IV nel gennaio 2025).
L’indice include un cash dividend pay-out pari al 70% dell’utile netto riportato. Il CET1
fully loaded si attesta al 14% (14,5% a giugno 2022).

Il modello di business efficiente e diversificato del Gruppo dovrebbe superare questa fase di incertezza e permettere di raggiungere a fine giugno 23 buona parte degli obiettivi del Piano d’impresa 19/23, in particolare la crescita dell’utile per azione e la remunerazione degli azionisti.