Mercati – Prevale la cautela, nuovo record per l’inflazione dell’eurozona

Mattinata prudente per le borse europee, mentre i future di Wall Street arretrano dopo i guadagni della scorsa ottava. Il Ftse Mib di Milano scambia in rialzo dello 0,3% in area 22.600 punti. Poco sopra la parità il Dax di Francoforte (+0,1%) e il Ftse 100 di Londra (+0,1%), lievi cali per l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%) e il Cac 40 di Parigi (-0,2%). Ribassi tra lo 0,5% e lo 0,7% per i derivati su Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq.

Anche questa settimana l’attenzione resta prevalentemente focalizzata sui risultati societari, i dati macro e la politica monetaria.

L’inflazione dell’area dell’euro ha registrato un nuovo massimo storico (+10,7% annuo a ottobre), mentre l’economia del blocco ha perso slancio nel terzo trimestre (+0,2% congiunturale e +2,1% tendenziale, da +0,8% e +4,1% del 2Q), rafforzando i timori che una recessione sia ormai quasi inevitabile. In Italia, il Pil ha registrato un aumento dello 0,5% trimestrale e del 2,6% annuo, rispetto al +1,1% e al +4,7% del secondo trimestre.

Nei prossimi giorni i riflettori si sposteranno sulla riunione della Federal Reserve, che dovrebbe alzare nuovamente i tassi di 75 punti base. Alcuni operatori sperano in un successivo rallentamento delle strette, che dovrebbero comunque proseguire fino alla primavera del 2023 portando il costo del denaro intorno al 5%. Venerdì, inoltre, saranno pubblicati i Non Farm Payrolls di ottobre, dopo che un indicatore chiave dell’inflazione statunitense ha accelerato a settembre, rafforzando la tesi per un ulteriore inasprimento.

Sul Forex l’euro/dollaro arretra leggermente a 0,993 e il cambio tra biglietto verde e yen risale a 148,7, complice la divergenza sempre più ampia fra le traiettorie di politica monetaria della Fed e della Bank of Japan.

Tra le materie prime accelerano al ribasso le quotazioni del greggio con il Brent (-1,5%) a 92,4 dollari e il Wti (-1,7%) a 86,4 dollari dopo alcuni dati deboli provenienti dalla Cina che hanno alimentato le preoccupazioni sulla domanda di energia. Il greggio resta comunque ben avviato per realizzare il primo rialzo mensile da maggio in scia al piano di riduzione dell’output dell’Opec+.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a 208 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 4,23%.

Tornando a Piazza Affari, tra le aziende maggiormente capitalizzate avanzano soprattutto Campari (+2,3%), Unicredit (+2,3%) e Bper (+1,6%) mentre arretrano Banca Generali (-2,15%), Moncler (-2%) e Interpump (-1,8%).