Mercati – Appesantiti dalle banche centrali, Milano debole (-0,4%) con l’Europa

Chiusura in calo per le borse europee, in linea con l’andamento debole di Wall Street, in un contesto di avversione al rischio. Il Ftse Mib archivia gli scambi in ribasso dello 0,4% a 22.706 punti, negativo come il Cac 40 di Parigi (-0,5%), il Dax di Francoforte (-1%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1,4%). Sopra la parità il Ftse 100 di Londra (+0,6%), complice la discesa della sterlina in scia alle delibere della Bank of England.

Oltreoceano, arretrano ancora Dow Jones (-0,2%), S&P500 (-0,7%) e Nasdaq (-1,1%), all’indomani delle vendite innescate dalle parole di Jerome Powell in seguito alla riunione della Federal Reserve.

La banca centrale americana ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base per la quarta volta consecutiva, confermando le previsioni e portando il costo del denaro nel range 3,75-4%, sui livelli più elevati dal 2008. Il presidente Powell ha chiarito che i tassi dovranno salire in misura superiore alle precedenti stime per contrastare con efficacia la persistente inflazione, spegnendo le speranze di un’inversione di rotta dall’attuale politica monetaria fortemente restrittiva. Il focus si sposta ora sul job report in uscita domani per valutare lo stato di salute del mercato del lavoro americano, dopo i solidi dati Adp diffusi ieri.

Anche la Bank of England ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base e sui massimi dal 2008, prevedendo una recessione prolungata e un’inflazione ancora sopra il 10% nel breve termine. Per quanto riguarda la Bce, la presidente Christine Lagarde ha ammesso la possibilità di una “leggera recessione”, che non sarebbe di per sé sufficiente ad arginare l’impennata dei prezzi senza ulteriori interventi dell’Eurotower.

In mattinata sono stati diffusi i dati di settembre sulla disoccupazione in Italia (7,9%) e nell’Eurozona (6,6%). Negli Usa, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono rimaste sostanzialmente stabili e l’indice Ism servizi di ottobre ha segnalato un rallentamento oltre le attese della crescita (54,4 punti dai 56,7 di settembre), ai minimi da maggio 2020.

Sul Forex l’euro/dollaro arretra a 0,975 e il cambio tra biglietto verde e yen risale a 148,3, mentre la sterlina scivola a 1,116 dollari dopo le delibere della BoE.

Tra le materie prime, arretrano le quotazioni del greggio, con il Brent (-0,8%) a 95,4 dollari e il Wti (-1,2%) a 88,9 dollari, complici le dichiarazioni di Powell che hanno messo in secondo la riduzione dell’offerta.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a 216 punti base, con il rendimento del decennale italiano in aumento al 4,42%.

Tornando a Piazza Affari, proseguono gli acquisti su Telecom Italia (+3,2%) in scia alle ipotesi di opa, seguita da Tenaris (+1,4%) ed Eni (+1,4%), mentre arretrano in particolare Stellantis (-3,3%), Moncler (-2,8%) e Pirelli (-2,5%).