I primi nove mesi del 2022 del gruppo Banca Generali si sono chiusi con un utile netto di 155,4 milioni, in calo del 42,6% sul pari periodo del 2021 che godeva di condizioni di
mercato decisamente più favorevoli.
Sul risultato ha infatti influito il ridimensionamento delle componenti variabili più legate alla dinamica dei listini, scese a 17,6 milioni dai 196,6 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Sul risultato netto si registra inoltre l’impatto di 35,3 milioni di oneri fiscali straordinari sulla base dell’accordo quadro raggiunto con l’Agenzia delle Entrate del 19 settembre 2022 per il passaggio, datato 2008, alla neocostituita fabbrica prodotti BG FML della delega di gestione di BG Sicav.
Al netto di tali componenti più volatili, la società ha confermato il sostanziale miglioramento nella qualità dell’utile – riflessa nella sua componente ricorrente – testimoniando l’impegno comunicato in avvio del Piano Strategico 2022-24 di una maggiore sostenibilità finanziaria dei risultati. L’utile netto ricorrente – che esclude appunto voci di ricavi variabili e altre poste straordinarie – si è infatti attestato a 163,5 milioni, segnando un aumento del +24% a/a.
Una dinamica che ha beneficiato della flessibilità del modello di business e di un attento contenimento dei costi operativi.
Il margine di intermediazione è stato pari a 469,7 milioni (contro i 612,9 milioni dei 9 mesi 2021). In aumento il margine finanziario del 20,9% a 108,7 milioni e sono salite del 5,2% a 343,4 milioni le commissioni nette ricorrenti, mentre quelle variabili sono diminuite del 91,1% a 17,6 milioni.
In forte crescita il margine d’interesse (87,8 milioni, +34,7% a/a), grazie sia all’aumento dei volumi sia alle relative marginalità.
Gli impieghi fruttiferi si sono infatti attestati a 16,3 miliardi (+8,5% da inizio anno) e la marginalità ha raggiunto i 75 bps a fine periodo (+9bps a/a) e 89 bps alla fine del terzo trimestre (+14bps rispetto al livello del secondo trimestre).
L’incremento della marginalità riflette le caratteristiche di un portafoglio di investimenti finanziari idealmente posizionato per beneficiare del rialzo dei rendimenti nella parte obbligazionaria attraverso una bassa duration (1,2 anni) e un’elevata esposizione alla componente variabile dei rendimenti (53% del totale). A questo fattore si aggiunge il contributo del portafoglio di prestiti (2,5 miliardi, +2,2% da inizio anno) che risulta altrettanto favorevolmente esposto al rialzo dei tassi e conferma l’attenzione alla qualità degli attivi (NPL/crediti verso clientela a 4bps) e un’elevata incidenza degli attivi in garanzia (attivi in garanzia/crediti utilizzati al 205%).
Le commissioni lorde ricorrenti sono state pari a 708,0 milioni (+2,8%), in scia al progresso delle commissioni lorde di gestione (+4,8% a 615,3 milioni) che hanno registrato un miglioramento della redditività sulle masse gestite rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio (1,42% sulle masse gestite nei 9M 2022 rispetto a 1,39% del pari periodo del 2021).
I costi operativi si sono attestati a 181,9 milioni (+6,3% a/a) con una variazione che però include 2,6 milioni di costi straordinari. I costi operativi ‘core’ sono stati pari a 164,6 milioni (+5,8% a/a), di cui 3,9 milioni legati all’avvio di ‘BG Suisse’, in linea con le proiezioni di crescita del Piano Triennale.
La dinamica dei costi si conferma dunque contenuta a dimostrazione della capacità di leva operativa del modello di business. L’efficienza operativa si mantiene su livelli d’eccellenza, con l’incidenza dei costi totali sulle masse a 30 bps, in lieve rialzo per la contrazione delle masse di riferimento, mentre il Cost/income ratio-rettificato per le componenti non ricorrenti quali le commissioni variabili- è sceso al 39,7% (dal 40,9% dei primi nove mesi 2021).
Le masse totali a fine settembre hanno raggiunto 80,4 miliardi, segnando calo del 6,2% da inizio anno. Sul dato hanno pesato le pressioni sui listini azionari e obbligazionari.
Le soluzioni gestite (fondi/Sicav e contenitori finanziari e assicurativi) hanno raggiunto i 38,9 miliardi (-12,0% da inizio anno) arrivando a rappresentare il 48,4% delle masse
totali. Tra le soluzioni gestite, si segnala la buona dinamica delle masse investite in prodotti dedicati alla sostenibilità (ESG) che si attestano a 5,9 miliardi, per un’incidenza sul totale delle soluzioni gestite pari al 15,2%, in crescita rispetto al 14,6% di fine 2021.
Al 30 settembre 2022, il CET1 ratio della Banca si è attestato al 15,7% (dal 15,2% del 30 giugno 2022) e il Total Capital ratio (TCR) al 16,8% (dal 16,3% del 30 giugno 2022), confermandosi ampiamente superiori ai requisiti specifici fissati per il Gruppo da Banca d’Italia (CET 1 ratio all’8,0% e Total Capital Ratio al 12,3%, come minimo richiesto dal periodico processo di revisione e valutazione prudenziale SREP).
Gli indicatori di liquidità si mantengono su livelli di eccellenza: il Liquidity Coverage
ratio (LCR) è pari al 363% (dal 400% del 30 giugno 2022) e il Net Stable Funding ratio (NSFR) al 215% (dal 207% del 30 giugno 2022).
L’Ad e Direttore Generale di Banca Generali, Gian Maria Mossa, ha commentato: “In un trimestre caratterizzato da eccezionale volatilità dei mercati ed incertezza politica ed economica, abbiamo continuato a crescere a livello commerciale ed abbiamo confermato
risultati finanziari molto solidi, al netto delle componenti straordinarie fortemente pro-cicliche. In particolare, la tenuta dei margini testimonia la qualità del nostro core business, con portafogli molto diversificati e banker capaci di stare vicini ai clienti anche nei momenti più difficili. In questi mesi abbiamo lavorato per sviluppare un’offerta dedicata a questo nuovo scenario ed i risultati ottenuti nelle ultime settimane di ottobre, ovvero dal lancio delle nuove soluzioni di risparmio gestito, stanno confermando la qualità della nostra rete, come testimoniano gli importanti flussi netti quotidiani. La determinazione e professionalità dei nostri professionisti, l’efficienza e flessibilità gestionale della banca ed il proseguimento delle iniziative strategiche di medio termine previste a piano, ci fanno guardare con fiducia agli ultimi mesi del 2022 e alle prospettive del nostro ambizioso piano triennale”.