Pop. di Sondrio – Commissioni nette a 276,4 mln (+6,8%) nei 9M 2022, ROE atteso a fine 2022 in area 7%

Nei 9M 2022  il gruppo Banca Popolare di Sondrio ha registrato un margine di interesse pari a 477,3 milioni, in aumento del 22,3% rispetto al 30 settembre 2021.

Per quanto attiene alla componente relativa all’attività con la clientela, il dato riflette un positivo effetto volume derivante dalla significativa espansione degli impieghi. In ulteriore incremento il margine riveniente dall’acquisizione dei crediti fiscali, pari a 26,2 milioni. Consistente il contributo derivante dal portafoglio titoli risultato nel complesso
pari a 83 milioni tra i quali spicca il flusso cedolare ottenuto dai titoli di tipo inflation-linked.

Positivo il beneficio riveniente dal finanziamento TLTRO III in essere con la BCE sul quale è stato applicato un tasso negativo mediamente pari allo 0,8% che ha generato ricavi pari a circa 53 milioni.

Le commissioni nette da servizi sono state pari a 276,4 milioni (+6,8% a/).

Il risultato dell’attività finanziaria si ridotto del 35,8% a 51,5 milioni. I dividendi incassati ammontano a 6,1 milioni vs 4,7 milioni del 30 settembre 2021. Il risultato dell’attività
di negoziazione ha cifrato 4,5 milioni rispetto ai 44,1 milioni dei primi nove mesi del 2021, mentre gli utili da cessione o riacquisto sono ammontati a 40,9 milioni rispetto a 31,4 milioni del settembre 2021.

Il risultato delle altre attività finanziarie valutate al fair value, a seguito del forte rialzo dei tassi di mercato, è negativo per 74,2 milioni rispetto al contributo positivo di 25,1 milioni del periodo di confronto. In tale ambito le minusvalenze su crediti a clientela valutati al fair value sono risultate pari a 15,2 milioni vs plusvalenze per 7 milioni al 30 settembre 2021. Le altre componenti, prevalentemente legate a quote di fondi obbligazionari (OICR), hanno generato minusvalenze per 59 milioni (plusvalenze pari a 18,1 milioni nel pari periodo del 2021).

Il margine d’intermediazione è pertanto sceso del 3,1% a 730,9 milioni; al netto della predetta componente riferita alle altre attività finanziarie valutate al fair value, l’aggregato si sarebbe attestato a 805,1 milioni (+10% a/a).

Le rettifiche di valore nette si sono attestate a 103,9 milioni (+13,9% a/a). L’aggregato include accantonamenti straordinari e prudenziali connessi al conflitto tra Russia e Ucraina, ferma restando l’esposizione diretta del Gruppo molto limitata verso l’area geografica coinvolta, nonché quelli relativi ai comparti del portafoglio impieghi più esposti al rincaro delle materie prime energetiche.

I costi operativi aumentano del 3,5% a 381 milioni, scontando in particolare, l’incremento del costo del personale, che riflette pure l’ulteriore crescita dell’organico.

Il risultato della gestione operativa si è attestato a 246,1 milioni rispetto a 295,4 milioni dei primi nove mesi 2021.

Gli oneri per la stabilizzazione del sistema bancario sono aumentati del 24% a 43 milioni.

La voce utili/perdite su partecipazioni e su altri investimenti ha evidenziato un saldo
positivo di 14,6 milioni rispetto a 25,6 milioni del periodo di confronto.

L’utile netto consolidato si è fissato a 151,3 milioni (-24,9% a/a).

Dal lato patrimoniale, nel confronto con i volumi di fine 2021, la raccolta diretta aumenta dell’1,7% a 39.958 milioni, in recupero rispetto al minimo toccato il 31 marzo 2022 (+6%).

La raccolta indiretta, influenzata dalla negativa dinamica dei mercati, si attesta a 36.953 milioni (-9,8% vs fine anno 2021).

Il risparmio amministrato si riduce del 10,2% a 30.690 milioni, mentre quello gestito è sceso del 7,8% a 6.263 milioni. La raccolta assicurativa assomma a 1.935 milioni (+1,3%) e la raccolta complessiva da clientela flette del 4,1% a 78.845 milioni.

I crediti deteriorati netti diminuiscono del 14,9% a 712 milioni; l’incidenza degli stessi sul totale finanziamenti netti risulta pari al 2,2%, in ulteriore calo rispetto al 2,7% di fine 2021. I livelli di copertura si mantengono particolarmente elevati; quello riferito al totale delle posizioni deteriorate si posiziona al 59,6% dal 55,4% di fine 2021.

Le sofferenze nette calano del 17,8% a 158 milioni, con un’incidenza sul totale finanziamenti verso clientela dello 0,5%, in riduzione rispetto al dato di fine 2021 (0,6%). Il grado di copertura delle stesse è risultato pari al 79% rispetto al 73,9% di fine 2021.

Al 30 settembre 2022 gli indicatori di liquidità sia di breve periodo (LCR-Liquidity
Coverage Ratio) sia di medio-lungo termine (NSFR-Net Stable Funding Ratio) si attestano su valori largamente superiori al requisito minimo previsto per il corrente esercizio (100%). In particolare, il Liquidity Coverage Ratio si attesta a fine settembre 2022 al 142%.

I coefficienti patrimoniali ai fini regolamentari al 30 settembre 2022, calcolati sulla
base dei fondi propri di vigilanza come sopra esposti, sono risultati pari a: CET1 ratio: 15,4% (phased-in), 15,3% (fully phased); Tier1 ratio: 15,4% (phased-in), 15,3% (fully phased); Total Capital ratio: 18% (phased-in), 17,9% (fully phased).

Il Leverage Ratio è pari, applicando i criteri transitori in vigore per il 2022 (phased in), al 5,15% e, in funzione dei criteri previsti a regime (fully phased), al 5,12%.

Nonostante il quadro macroeconomico rimanga fortemente da incertezze geopolitiche e da fattori congiunturali, il management prevede che, grazie alla solidità patrimoniale e alla capacità di resilienza del gruppo, i risultati fin qui conseguiti dovrebbero migliorare, con un ROE target atteso per fine anno 2022 in area 7%.