Andamento contrastato per i principali listini finanziari asiatici nonostante il proseguimento della fase di rimbalzo di Wall Street.
Cina sottotono con Shanghai -0,4% e Shenzhen -0,3% mentre Hong Kong segna un -1,6%. Giappone in flessione con Nikkei a -0,6% e Topix a -0,4%.
L’attenzione resta concentrata prevalentemente sulla politica monetaria e sull’outlook economico, mentre negli Usa cresce l’attesa per l’esito delle elezioni di medio termine.
I sondaggi danno come probabile una vittoria dei repubblicani alla Camera, mentre il Senato sarebbe ancora in bilico. Storicamente, le elezioni di midterm sono state seguite da una buona prestazione dell’azionario.
Nel frattempo, gli operatori attendono i dati di giovedì sui prezzi al consumo statunitensi, che contribuiranno a formulare le aspettative sulle prossime mosse della Federal Reserve. La rilevazione di settembre ha evidenziato un’inflazione all’8,2%, sui massimi da 40 anni. Un eventuale raffreddamento a ottobre non dovrebbe modificare i piani restrittivi della banca centrale, anche alla luce del solido job report pubblicato la scorsa settimana.
Le proiezioni prospettano un incremento dei tassi di 50 punti base a dicembre, dopo i quattro ritocchi consecutivi da 75 punti in altrettante riunioni, con un picco atteso poco sopra il 5% intorno a metà 2023.
Tornando in Asia, intanto, l’Istituto nazionale di statistica della Cina ha riportato che a ottobre i prezzi al consumo (CPI) hanno segnato un aumento del 2,1% su base annua, a fronte del +2,4% atteso dagli analisti e dopo il +2,8% del mese precedente.
Sempre a ottobre, i prezzi alla produzione (PPI) sono calati su base tendenziale dell’1,3%, meno di quanto atteso dal consensus (-1,5%) e invertendo il segno rispetto al +0,9% di settembre.
Sullo sfondo restano intanto le incertezze anche per la recente conferma della politica Covid zero in Cina e il relativo potenziale impatto sull’economia.
Sul forex, il cambio euro/dollaro ridiscende in area 1 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen risale a quota 145,75. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,1%) a 95,4 dollari e il Wti (flat) a 88,9 dollari al barile.
Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Dow Jones (+1%), S&P500 (+0,6%) e Nasdaq (+0,5%).