Nei 9M 2022 il margine di intermediazione del gruppo è salito rispetto al pari periodo del 2021 del 9,6% a 488,7 milioni, beneficiando di maggiori ricavi nel Settore Npl, pari a 200,9 milioni (+9% a/a) e nel Settore Commercial & Corporate Banking, pari a 225,2 milioni (+5,8% a/a).
Nello specifico, il margine di intermediazione dell’Area Factoring ha registrato una crescita del 14,5% a 123,2 milioni, grazie all’aumento del margine di interesse e delle commissioni nette conseguenti all’andamento dei crediti gestiti. In linea con il 2021 il margine di intermediazione dell’Area Leasing (42,6 milioni), mentre risulta in calo del 4,1% a 59,3
milioni quello consuntivato dall’Area Corporate Banking & Lending. Il margine di intermediazione del Settore Npl sale del 9% a 200,9 milioni, grazie alle buone performance della raccolta legale riconducibili principalmente al maggior numero di precetti e pignoramenti prodotti.
I costi operativi aumentano del 7,9% a 278,5 milioni per le maggiori spese del personale (+7,3% a 111,2 milioni) principalmente per la crescita della remunerazione variabile e per il contributo, in termini di risorse, collegato all’acquisizione ex-Aigis, mentre le altre spese amministrative (171,5 milioni da 161,7 milioni) scontano maggiori costi legati al recupero dei portafogli Npl e ad alcuni progetti strategici del Gruppo.
L’utile netto di pertinenza del Gruppo segna un progresso del 32% a 105,5 milioni, dopo accantonamenti netti a fondi per rischi e oneri pari a 4,5 milioni vs 8,1 milioni al 30 settembre 2021, diminuiti principalmente per la ripresa per 5,7 milioni sui fondi rischi connessi a garanzie contrattuali prestate.
Il costo del credito si riduce a 48,9 milioni da 60,3 milioni. Il dato include accantonamenti aggiuntivi a fronte del rischio macroeconomico, nonostante ad oggi non si rilevino
segnali di deterioramento della qualità dell’attivo.
Al 30 settembre 2022 il totale della raccolta è di 10.208,0 milioni, -5,4% rispetto alla fine dell’esercizio 2021. I debiti verso la clientela ammontano a 5.240,5 milioni, in flessione del 7,8% rispetto al dato al 31 dicembre 2021, per effetto di un’attenta politica di razionalizzazione delle forme di finanziamento più costose e volatili.
Il totale dei crediti verso la clientela, valutati al costo ammortizzato, è pari a 9.664,5 milioni, in riduzione rispetto a fine anno 2021 (10.331,8 milioni).
Solida posizione di liquidità: circa 1 miliardo al 30 settembre 2022 di riserve e attivi liberi finanziabili in BCE (LCR superiore a 1.000%).
Da lato dei coefficienti patrimoniali, il CET1 è pari a 16,18% (15,44% al 31 dicembre 2021), il Tier 1 a 16,19% (15,45% al 31 dicembre 2021) e il Total Capital al 20,49% (rispetto al 19,63% al 31 dicembre 2021).
La solida posizione di capitale consente la distribuzione di 52,4 milioni di euro (1 euro per azione in circolazione, al lordo di eventuali ritenute di legge) a titolo di acconto sul dividendo 2022, che verrà messo in pagamento con data stacco cedola il 21 novembre 2022, record date il 22 novembre 2022 e data di pagamento il 23 novembre 2022.
Il management conferma il target dell’utile netto di circa 120 milioni per l’esercizio 2022.