De’Longhi ha chiuso il terzo trimestre 2022 con ricavi in calo del 4,7% a 684 milioni (-10,3% a cambi costanti). Analogamente al secondo trimestre dell’anno, l’area europea ha subito il maggior rallentamento, mentre le restanti aree extra-europee hanno in gran parte beneficiato di dinamiche più favorevoli.
Nel dettaglio, l’Europa ha segnato un -10,2% a 398 milioni (-11,9% a cambi costanti). L’America ha registrato un -7,9% a 129 milioni (-21,2% a cambi costanti), a causa dell’anticipazione nei mesi precedenti delle vendite dei condizionatori portatili, mentre al contrario si è assistito ad una crescita a doppia cifra del comparto del caffè, sostenuto da una forte accelerazione delle macchine superautomatiche.
L’area MEIA è cresciuta del 18,2% a 49 milioni (+1,2% a cambi costanti), mentre la regione Asia-Pacific ha segnato un +16,2% a 107 milioni (+8,9% a cambi costanti) proseguendo la crescita a doppia cifra già evidenziata nella prima parte dell’anno, sostenuta in modo particolare in questi tre mesi dalla significativa espansione della Greater China.
L’Ebitda adjusted è diminuito del 40,4% a 62,9 milioni, con una marginalità scesa al 9,2% (-550 punti base), mentre l’Ebit è calato del 48,7% a 40,9 milioni, con un’incidenza sui ricavi al 6% (-510 punti base).
Il trimestre si è chiuso con una riduzione dell’utile netto del 54,2% a 27,7 milioni. Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta è positiva per 29 milioni, in diminuzione rispetto ai 55 milioni al 30 giugno 2022 dopo un free cash flow negativo per 26,6 milioni.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, l’Amministratore delegato Fabio De’Longhi ha dichiarato: “il terzo trimestre è risultato in linea con la nostra guidance e con le attese del mercato per l’anno”.
“In un contesto di grande incertezza del quadro macro, abbiamo visto un rallentamento della domanda e un conseguente eccesso di magazzino che ci stiamo impegnando gradualmente a riportare a livelli di normalità, liberando così il prossimo esercizio dai relativi costi e inefficienze”.
“Inoltre, abbiamo neutralizzato in buona parte l’inflazione dei costi di produzione con una campagna di aumenti prezzo resa possibile dalla forza dei nostri brand e dalla fiducia accordataci dai consumatori. Infine, in un’ottica di lungo termine, abbiamo dato continuità agli investimenti in comunicazione e marketing previsti dal piano triennale e che costituiscono una solida base per la crescita dei prossimi anni”.
“Le indicazioni relative ai nostri segmenti core restano immutate: da un lato il trend secolare del caffè, che si conferma di anno in anno, con potenzialità di crescita ancora in larga parte inespresse. Dall’altro lato, una presenza radicata, in posizioni di leadership, nel mondo della nutrizione e della cucina, sostenuta dal crescente ruolo di un’alimentazione sostenibile e sana”.
“Per l’anno in corso, confermiamo la stima di ricavi in flessione a un tasso mid-single-digit e un Ebitda adjusted nell’intervallo 320-340 milioni”.