Nei primi nove mesi del 2022, il Gruppo Hera registra ricavi per 14.320,1 milioni, più che raddoppiati (+122,9%) rispetto al pari periodo dell’anno precedente.
In particolare, i settori dell’energia presentano una crescita importante legata principalmente all’incremento del prezzo delle commodities energetiche, che ha raggiunto livelli molto elevati, soprattutto nel terzo trimestre dell’anno. Inoltre, si segnala la crescita dei servizi energia legati agli interventi orientati all’efficienza energetica nelle abitazioni (bonus facciate e superbonus 110%) e l’aumento delle attività per servizi a valore aggiunto per i clienti.
Ai maggiori ricavi del settore ambiente hanno contribuito principalmente le nuove acquisizioni nel mercato industria, la produzione di energia e la crescita dei prezzi nei mercati presidiati.
L’Ebitda sale del 2,4% a 874,8 milioni, grazie alle buone performance dell’area gas (+23,8% a 377 milioni, il 43,1% dell’Ebitda totale), ambiente (+12,7% a 246,2 milioni, il 28,1% del totale), e ciclo idrico (+3,7% a 205,8 milioni, il 23,5% del totale), che consentono di assorbire pienamente i minori contributi delle aree energy e altri servizi.
A fronte di un tax rate del 28,5%, in rialzo rispetto all’analogo periodo del 2021 (26,2%) principalmente per effetto della contabilizzazione del contributo straordinario contro il caro bollette (pari a 2,3 milioni) e della consuntivazione di minori benefici in relazione al credito d’imposta sugli investimenti afferenti alla trasformazione tecnologica, digitale e ambientale, il risultato netto e l’utile netto 9M22 si attestano a 248,4 milioni.
Nel periodo, gli investimenti operativi, al lordo dei contributi in conto capitale, balzano del 22,8% a 463,3 milioni, con un focus importante sui progetti orientati alla resilienza e alla circolarità in linea con quanto previsto nel piano industriale. I principali interventi hanno riguardato impianti, reti e infrastrutture, nonché gli adeguamenti normativi che si concentrano su distribuzione gas e ciclo idrico integrato, rispettivamente per la sostituzione massiva dei contatori di nuova generazione e per interventi specifici nell’ambito depurativo e fognario.
Una quota rilevante di risorse finanziarie (circa 820 milioni, oltre 10 volte il valore del 2021) è stata investita nelle attività di stoccaggio del gas, in coerenza con lo sforzo richiesto dal Governo agli operatori del settore per contribuire alla sicurezza delle forniture nei mesi successivi. Si tratta di un investimento strategico di durata temporanea (il magazzino verrà svuotato progressivamente fino ad esaurirsi nel primo semestre del
2023), che fornisce al Gruppo sicurezza e flessibilità nella fornitura del gas ai propri clienti nei prossimi mesi, riducendo i rischi e garantendo flessibilità e marginalità nella gestione delle forniture.
L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2022 si esprime in 4.489,2 milioni in aumento rispetto ai 3.261,3 milioni di fine 2021, principalmente per la variazione del capitale circolante netto che è aumentato sia a seguito della significativa attività di stoccaggio gas portata a termine, sia per effetto dei maggiori prezzi delle commodities energetiche nel 2022 rispetto ai valori dello scorso anno.
La crescita dell’indebitamento del Gruppo si traduce in un’evoluzione del rapporto tra indebitamento netto ed Ebitda che sale a 3,62x. Al netto dell’impiego di risorse sul magazzino gas, il cui progressivo rientro è previsto entro i prossimi sei mesi, tale rapporto si attesta su un valore pari a 2,9x.