I ricavi totali del Gruppo TIM dei primi nove mesi del 2022 ammontano a 11,53 miliardi, in aumento dell’1,7% rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-1,6% organico). Escludendo i ricavi delle attività mobili del gruppo Oi acquisite in Brasile i ricavi consolidati ammonterebbero a 11,35 miliardi.
Su base organica, escludendo le componenti non ricorrenti, la business unit Domestic ha registrato ricavi per 8,7 miliardi, in calo del 6,8% su base annua, mentre il Brasile è cresciuto del 18,5% a 2,9 miliardi.
L’Ebitda del Gruppo TIM dei primi nove mesi del 2022 è pari a 3,95 miliardi (vs 4,35 miliardi dei 9 mesi 2021, -9,3% in termini reported, -9,4% in termini organici). Escludendo i risultati delle attività mobili del gruppo Oi acquisite in Brasile l’Ebitda consolidato ammonterebbe a 3,84 miliardi.
L’Ebitda organico al netto della componente non ricorrente si attesta a 4,54 miliardi, con un’incidenza sui ricavi del 39,4% (5 miliardi nei nove mesi 2021, con un’incidenza sui ricavi del 42,8%). L’Ebitda dei primi nove mesi del 2022 sconta oneri netti non ricorrenti per complessivi 594 milioni principalmente connessi a costi del personale per processi di riorganizzazione/ristrutturazione aziendale.
L’Ebit si attesta a 438 milioni (940 milioni nei primi nove mesi del 2021), mentre il risultato netto attribuibile ai Soci della Controllante registra una perdita di 2,73 miliardi (-10 milioni nei primi nove del 2021) dopo la svalutazione di imposte anticipate per circa 2 miliardi.
L’indebitamento finanziario netto rettificato ammonta a 25,5 miliardi euro al 30 settembre 2022, in aumento di 3,3 miliardi rispetto al 31 dicembre 2021. Nonostante un positivo flusso di cassa derivante dalla gestione operativa-finanziaria, l’incremento dell’indebitamento è ascrivibile all’acquisizione in Brasile delle attività mobili del gruppo Oi, per complessivi 1,74 miliardi, al pagamento di frequenze di telecomunicazioni e di impegni correlati in Italia e in Brasile per 2,22 miliardi e all’impatto contabile di rinegoziazioni di contratti di lease IFRS16 (728 milioni).
A parziale copertura, si evidenzia la cessione del 41% ed il conseguente deconsolidamento della holding Daphne 3, che detiene una partecipazione del 30,2% in Inwit, per complessivi 1,18 miliardi.