Mercati asiatici – Prevalgono i segni meno, più debole Hong Kong

Seduta perlopiù in calo per i principali listini asiatici, in scia all’andamento di Wall Street tra gli ultimi dati macro e le dichiarazioni contrastanti di alcuni membri della Federal Reserve.

In Cina, Shanghai viaggia a -0,4% e Shenzhen a -0,3% mentre Hong Kong segna un ribasso dell’1,8%. Giappone cauto con Nikkei a -0,3% e Topix +0,2%.

Il report sulle vendite al dettaglio a stelle e strisce ha evidenziato una crescita oltre le attese (+1,3% mensile a ottobre), mostrandosi ancora molto resistente all’incedere dell’inflazione, mentre John Williams della Fed di New York e Mary Daly di San Francisco hanno usato toni restrittivi, riaccendendo il dibattito sulle prossime mosse della banca centrale americana.

Nei giorni scorsi, i dati sull’inflazione e alcuni interventi di esponenti del Fomc avevano rafforzato l’idea di un rallentamento delle strette monetarie, sostenendo gli acquisti sull’azionario.

Tornando in Asia, dall’agenda macro giapponese emerge che a ottobre la bilancia commerciale presentava un deficit di 2162,3 miliardi di yen, in aumento rispetto al saldo negativo di settembre a 2094,3 miliardi (rivisto da 2094 miliardi). Il dato si è rivelato superiore al consensus degli analisti che si aspettavano un deficit di 1620 miliardi.

Sul fronte geopolitico, dopo le tensioni legate al lancio di alcuni missili in Polonia ora l’ipotesi più accreditata è che si tratti di razzi antiaerei ucraini accidentalmente indirizzati nel territorio polacco.

Nel frattempo, sul forex, il cambio euro/dollaro si mantiene a quota 1,038 e il cambio tra il biglietto verde e lo yen in area 139,5. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,7%) a 92,2 dollari e il Wti (-1%) a 84,8 dollari al barile.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Nasdaq ha chiuso in calo dell’1,5%, lo S&P500 ha ceduto lo 0,8% e il Dow Jones lo 0,1%.