Mercati Usa – Previsto avvio in rosso su attenuarsi speranze Fed meno aggressiva

I futures sull’azionario Usa perdono l’1-1,3%, preannunciando una partenza in calo a Wall Street tra le crescenti preoccupazioni per lo stato di salute dell’economia e i commenti della Fed che allontanano l’ipotesi di una pausa nel ciclo di rialzi dei tassi di interesse.

Chiusura in ribasso ieri per i principali indici americani, complici anche le indicazioni di alcuni esponenti della Federal Reserve sulla necessità di ulteriori strette. Il Nasdaq ha perso l’1,5%, lo S&P 500 lo 0,8% e il Dow Jones lo 0,1%.

Sui mercati azionari sta crescendo l’attenzione per l’outlook dell’economia statunitense, soprattutto perché una porzione attentamente monitorata della curva dei Treasury si mantiene su livelli che non si vedevano da 40 anni e che preannunciano il rischio di recessione.

In tale scenario, i listini americani ieri si sono presi una pausa dal rally dei giorni precedenti, dopo che le dichiarazioni di alcuni membri della Fed hanno smorzato le speranze sulla possibilità che l’istituto di Washington ponga fine alla propria campagna restrittiva prima del previsto.

Con l’inflazione che sta solo cominciando a mostrare segnali di rallentamento dopo aver toccato i massimi da quarant’anni e le vendite al dettaglio cresciute a ottobre al ritmo più rapido da otto mesi, i messaggi provenienti dalla banca indicano che c’è ancora molta strada da fare per alleviare le pressioni sui prezzi.

In particolare, Mary Daly (Fed di San Francisco) ha dichiarato che una pausa nei rialzi dei tassi di interesse è “fuori discussione”, mentre John Williams (Fed di New York) ha dichiarato che la banca centrale dovrebbe evitare di incorporare i rischi per la stabilità finanziaria nelle sue considerazioni.

Intanto, Goldman Sachs ha alzato le proprie previsioni sul picco del costo del denaro negli Stati Uniti al 5,25% nella parte alta del range, in rialzo rispetto al 5% indicato in precedenza.

Sul fronte macro, infine, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti si sono attestate a 222 mila unità, al di sotto delle 228 mila previste dal consensus e delle 226 mila della rilevazione precedente.