L’aggiornamento del Piano Strategico 2021-2030 del Gruppo A2A prevede un Ebitda in crescita da 1,4 miliardi del 2021 a 1,45-1,50 miliardi nel 2022 a 2,1 miliardi nel 2026 a 2,6 miliardi al 2030, in linea con il primo Piano strategico annunciato ai mercati nel gennaio 2021.
Oltre il 40% dell’Ebitda sia al 2026 che al 2030 è regolato o contrattualizzato, ossia caratterizzato da bassa volatilità; per il restante 60% circa – composto principalmente dai margini relativi alla generazione elettrica, all’energy retail e agli impianti di trattamento rifiuti non regolati – la rischiosità è mitigata dall’hedging offerto dalla diversificazione delle
fonti di generazione di elettricità, dalla base clienti consolidata e dalla posizione di leadership nel settore del trattamento dei rifiuti in un mercato sottodimensionato dal punto di vista impiantistico.
L’Ebitda della Business Unit Energia è atteso passare da 0,6 miliardi nel 2021 e nel 2022F a 1,1 miliardi al 2026 e a circa 1,2 miliardi nel 2030, principalmente grazie al contributo della nuova capacità rinnovabile (+2,5GW rispetto al 2022 grazie alla crescita organica), agli sviluppi negli impianti finalizzati ad incrementare la flessibilità del sistema elettrico e alla base clienti (5 milioni di clienti gas e power al 2030) anche a seguito del termine del mercato tutelato.
La crescita della Business Unit Ambiente è trainata sia dalla realizzazione di impianti di trattamento finalizzati alla chiusura del ciclo dei rifiuti, sia al potenziamento del recupero di materia e di energia. La marginalità operativa è attesa crescere da 0,3 miliardi nel 2021, a 0,4 miliardi nel 2022 a 0,5 miliardi nel 2026 e a 0,7 miliardi nel 2030.
Nella Business Unit Smart Infrastructures, infine, l’Ebitda pari a 0,5 miliardi del 2021, 2022F e 2026 è atteso in crescita a 0,7 miliardi nel 2030 con un forte focus sulle reti elettriche, funzionali al sostegno dell’elettrificazione dei consumi.
L’Utile netto ordinario mostra un trend di crescita coerente con l’andamento della marginalità operativa, passando da 0,4 miliardi nel 2021 a 0,34-0,38 miliardi nel 2022 a 0,6 miliardi nel 2026 a 0,7 miliardi nel 2030 (CAGR 2021-2030 pari a 6%), corrispondente a un EPS di 22 centesimi di euro per azione al 2030 (13 centesimi per azione nel 2021).
Sul fronte degli investimenti, nel biennio 21-22 il gruppo ha realizzato complessivamente investimenti per 3,5 miliardi (1,7 miliardi medi annui). Il quadriennio 2023-2026, prevede un cumulato di 5,8 miliardi (media annuale di 1,4 miliardi). Il periodo successivo 2027-2030, invece, vede un cumulato di circa 6,5 miliardi, pari a una media annuale di 1,6 miliardi, che consente di traguardare sul decennio 2021-2030 16 miliardi, in linea con il target del primo Piano Strategico.
Dei 16 miliardi complessivi, circa 5 miliardi sono relativi all’economia circolare, con focus ai WtE (36%), al business del teleriscaldamento (19%) e alle bioenergie e FORSU (12%). I restanti 11 miliardi sono destinati alla transizione energetica, focalizzati specialmente nella realizzazione di impianti rinnovabili (35%), reti di distribuzione (30%) e interventi a garanzia della maggiore flessibilità elettrica (12%).
Dal punto di vista delle BU, tra il 2021 e il 2030, la BU Energia sarà destinataria di circa 6,3 miliardi, l’Ambiente di 3,6 miliardi e le Smart Infrastructures di 4,8 miliardi.
La crescita equilibrata della marginalità operativa consente di generare un solido flusso di cassa da impiegare per il finanziamento degli investimenti. In particolare:
- nel periodo 2023-2026 ci si attende un Flusso di Cassa Operativo cumulato pari a 6,2 miliardi finalizzato a sostenere investimenti di mantenimento per 2 miliardi e di sviluppo per 3,8 miliardi. Il flusso di cassa residuo è quindi pari a 0,4 miliardi;
- nel periodo 2027-2030, il Flusso di Cassa Operativo cumulato atteso pari a 6,8 miliardi finanzierà investimenti di mantenimento per 1,7 miliardi e di sviluppo per 4,7 miliardi. Il flusso di cassa residuo è quindi pari a 0,4 miliardi.
L’aggiornamento del Piano 2021-2030 conferma l’attenzione del Gruppo verso un’equilibrata struttura del capitale finalizzata a mantenere il profilo di credito di A2A ad un solido investment grade.
Il rapporto FFO/Net Debt è in crescita dal 20% previsto nel 2022 fino a raggiungere un livello superiore al 23% a partire dal 2025.
La Strategia Finanziaria di Piano permetterà di accrescere il peso della Finanza Sostenibile a oltre il 75% al 2026 e al 90% al 2030, migliorando i target previsti nel precedente aggiornamento del Piano (rispettivamente 70% e 80%).