Edison ha consegnato la propria posizione all’Arera nel corso dell’audizione periodica in programma oggi, incentrata sulla “CRISI ENERGIA: prospettive e proposte settoriali”.
“Se il 2022 ha visto il susseguirsi di misure emergenziali, necessarie per gestire una situazione a tratti drammatica, – sottolinea la società guidata da Nicola Monti – la sfida per il futuro è quella di mettere a frutto l’esperienza maturata preservando il funzionamento del mercato e incanalando la riflessione nell’ambito del percorso di transizione ecologica”.
Per Edison è necessario operare lungo tre assi principali, in linea con le attività che caratterizzano il proprio piano di crescita industriale, focalizzato sulla crescita della generazione rinnovabile e low carbon e sui servizi per i clienti.
Lato consumatori e servizi, i consumatori finali, duramente colpiti dalla grave crisi in atto, necessitano di strumenti e misure che, da un lato garantiscano loro l’accesso su base continuativa alle forniture energetiche, dall’altro li supportino nel percorso di decarbonizzazione.
“Questo è il ruolo che gli operatori del mercato retail devono poter esercitare, affrancandosi da logiche e misure che, invece, nel corso dell’anno li hanno sempre più costretti ad agire come operatori finanziari a supporto del sistema, snaturando la propria ragion d’essere e mettendo a rischio la loro stessa solidità finanziaria”.
Essenziale è la “definizione di misure regolatorie equilibrate, volte a tutelare il sistema nel suo complesso, oltre a indicazioni certe sulle tempistiche e sulle modalità con le quali sarà completato il percorso di liberalizzazione, che deve essere perseguito senza esitazioni”.
Sul fronte dell’attività gas, “le dinamiche dei prezzi energetici verificatesi quest’anno ci hanno ricordato il ruolo fondamentale che il gas ancora oggi ricopre nelle economie dei paesi europei”.
“In quest’ottica, rileva l’opportunità per il consumatore finale di poter accedere a fonti più vicine, competitive e non ancora a portafoglio del sistema Italia, come quelle Israeliane attraverso il progetto Eastmed, che necessita di un modello regolatorio che ne faciliti la realizzazione in ottica europea”.
Sempre in tema di sicurezza degli approvvigionamenti, “l’ultimo anno ha reso ancor più evidente l’apporto e la rilevanza degli importatori che assicurano la continuità delle forniture di gas nel sistema. In questo contesto, la regolazione dovrebbe fornire una cornice abilitante, che consenta di salvaguardare il funzionamento del mercato e di far fronte ai nuovi rischi che si presentano in un contesto in così rapida evoluzione”.
Particolare attenzione dovrà poi essere riposta nel “disegnare le regole di allocazione delle Floating Storage and Regasification Units “FSRU”, incentivando cioè la presenza di una pluralità di operatori e di fonti di approvvigionamento, a maggior garanzia della sicurezza del sistema”.
Peraltro, il gas rappresenta anche un elemento chiave per la progressiva decarbonizzazione dell’economia, e di alcuni settori in particolare, come quello dei trasporti.
In tale prospettiva un “ruolo molto importante lo possono giocare le infrastrutture Small Scale del GNL, con una regolazione che dovrebbe lavorare per accelerare la diffusione dei green gas (biometano e bio-GNL)”.
Altrettanto fondamentale, prosegue Edison, è “lavorare per promuovere la cattura della CO2 nei processi industriali e della generazione termoelettrica, con un mercato che sia regolato sul modello di quello del gas naturale”.
Merita, infine, un cenno la “necessità di accrescere la competitività dell’idrogeno verde attraverso lo sviluppo del giusto quadro incentivante, che dovrebbe puntare ad abbattere il costo dell’energia elettrica utilizzata dall’elettrolizzatori”.
Per quanto riguarda infine lo sviluppo FER e la flessibilità, il rischio di non riuscire a realizzare tutti gli investimenti FER al 2030 è concreto, avverte Edison.
Quanto mai opportuno, quindi, “procedere al rinnovo delle aste GSE per rilanciare gli investimenti nelle rinnovabili rallentati negli ultimi anni. D’altro canto, auspichiamo che a livello Paese venga adeguatamente supportato anche lo sviluppo di nuove tecnologie, come il Wind off-shore, attraverso l’individuazione di progetti industriali concreti che contribuiscano anche alla ripresa del Paese”.
L’aumento della produzione da fonti rinnovabili non programmabili “comporterà, inevitabilmente, una maggior volatilità nel mercato elettrico, tale da rendere cruciale il ruolo dei sistemi di accumuli e della generazione termoelettrica, veri e propri elementi abilitanti. Necessaria ed urgente appare, dunque, la definizione di un quadro regolatorio che promuova: lo sviluppo dei pompaggi, caratterizzati da tempi di autorizzazione e realizzazione fisiologicamente non brevi, la corretta valorizzazione di tutti i servizi offerti dagli impianti a gas, oltre a rendere il Capacity Market un elemento strutturale del mercato elettrico (post 2024)”.
Infine, alla società “preme sottolineare che il quadro regolatorio dovrà assicurare uno stretto coordinamento tra i diversi meccanismi necessari al percorso di decarbonizzazione del sistema elettrico, preservandone l’adeguatezza e la sicurezza (es. Aste FER, sistemi di accumulo, Mercato della Capacità, Time Shift ecc.) evitando un’eccessiva segmentazione del mercato”.