Mercati Usa – Influenzati negativamente dalle proteste in Cina

La rivolta di molti cittadini cinesi contro le restrittive misure anti-Covid, imposte severamente in molte città del Paese, ha provocato uno stato di proteste e di rivolte diffuso e generalizzato che minaccia di compromettere, qualora si diffonda ulteriormente, la già debole crescita della seconda economia mondiale.

Wall Street subisce questo stato di tensione e scivola progressivamente durante tutta la seduta andando a chiudere con tutti gli indici principali sui minimi intraday e cancellando buona parte dei guadagni della settimana semi festiva.

Nel dettaglio, il Dow Jones, lo S&P500 ed il Nasdaq chiudono con perdite comprese tra l’1,4 e l’1,6%. Più pesante l Russell 2000 il quale lascia sul terreno il 2%.

Apple, la quale subisce la rivolta nel suo stabilimento asiatico che mette a repentaglio una quota di produzione, Microsoft, Nvidia e AMD cedono tutte oltre il due per cento.

VIX in rialzo di oltre il dieci per cento a 22,2 punti.

Mercato obbligazionario con rendimenti poco mossi ed in lieve risalita. Il Tbond guadagna un punto base al 3,7%.

Tra le materie prime si registrano ancora forti oscillazioni del petrolio che parte ancora in discesa e poi chiude in rialzo di un punto percentuale, poco oltre i 77 dollari al barile.

In calo, invece, i due principali metalli preziosi: oro ed argento. Il primo cede quasi un punto percentuale ed il secondo oltre il due, scendendo al di sotto dei $21 l’oncia.

Sul mercato valutario, il dollaro tenta inizialmente un’ulteriore discesa ma risale nel finale a 1,038 nei confronti della moneta unica.