Seduta in denaro per i principali listini asiatici, in scia al rimbalzo di Wall Street stimolato dai commenti del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, cui si aggiungono i segnali di un possibile allentamento della politica anti covid in Cina.
In Cina, Shanghai guadagna lo 0,4% e Shenzhen avanza dell’1,3%; meglio ancora fa Hong Kong che segna un +1,5%. In Giappone, invece, Nikkei guadagno lo 0,9% mentre il Topix resta sulla parità.
Il numero uno della banca centrale Usa ha affermato, infatti, che il ritmo di crescita dei tassi di interesse è destinato a rallentare nei prossimi mesi sensibilmente, confermando le aspettative che la Fed alzerà i tassi di interesse di 50 punti base questo mese, allontanandosi da una serie di quattro aumenti di 75 punti base.
Tornando in Asia, il governo di Pechino potrebbe cambiare il suo approccio al contenimento delle epidemie di COVID-19 per concentrarsi maggiormente sulle vaccinazioni.
Il vice premier Sun Chunlan ha affermato che gli sforzi del paese per combattere il virus stanno entrando in una nuova fase con l’indebolimento della variante omicron e più cinesi che vengono vaccinati.
Intanto, dall’agenda macro, sono stati diffusi i PMI manifatturieri di Cina e Giappone per il mese di novembre.
Nel mese appena terminato l’indice Pmi manifatturiero della Cina stilato da Caixin ha segnato un rialzo a 49,4 punti, a fronte dei 48,9 punti del consensus e dei 49,2 della rilevazione di ottobre. Mentre, il dato finale di novembre del PMI manifatturiero della Jibun Bank giapponese si è attestato a 49 punti, inferiore al dato della rilevazione preliminare (49,4 punti).
Nel frattempo, sul forex, il cambio euro/dollaro risale in area 1,045 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen cala a 136,1. Tra le materie prime, il petrolio in flessione con il Brent (-0,5%) a 86,5 dollari e il Wti (-0,6%) a 80,1 dollari.
Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Nasdaq ha guadagnato il 4,4%, seguito dallo S&P500 (+3,1%) e dal Dow Jones (+2,2%).