Edison, già firmataria del Manifesto “Insieme per contrastare la povertà energetica”, ha fatto il suo ingresso nel Cda della Fondazione Banco dell’energia.
Nei giorni scorsi si è riunita a Roma la plenaria dei firmatari, durante la quale sono state presentate le ricerche Ipsos e Oipe (Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica) sulla povertà energetica, e i nuovi progetti promossi da Banco dell’energia. La onlus nata nel 2016 per sostenere le famiglie che si trovano in una situazione di povertà economica, sociale, ma soprattutto energetica, oggi diventa Fondazione.
Fino a oggi ilBanco dell’energia ha raccolto e donato oltre 6,5 milioni di euro e aiutato più di 10.000 famiglie. Il piano del Banco prevede nei prossimi tre anni di aumentare le risorse economiche messe in campo: l’obiettivo è di raccogliere e donare altri 2 milioni di euro entro il 2024.
Edison entra nel Cda della Fondazione Banco dell’energia con un impegno iniziale triennale e l’obiettivo di promuovere nuove iniziative di contrasto alla povertà energetica e di coinvolgere un numero crescente di operatori del settore.
Banco dell’energia ha lanciato nell’ultimo anno oltre 20 progetti su tutto il territorio nazionale, portati avanti grazie al supporto di enti e aziende partner.
“Edison è un operatore responsabile e questo per noi significa essere concretamente impegnati per un’energia sostenibile da un punto di vista sia ambientale sia sociale – dichiara Nicola Monti, Ad di Edison – Con il nostro ingresso nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Banco dell’Energia intendiamo fare sistema con gli altri operatori del settore per dare una risposta comune al fenomeno della povertà energetica, che in questi ultimi mesi si è ulteriormente aggravato. Si tratta per noi di un impegno programmatico che abbiamo voluto avviare con il progetto “Energia in periferia” in Calabria prevedendo per le famiglie vulnerabili di quel territorio, un sostegno economico per il pagamento delle bollette e un vero e proprio affiancamento dei TED Tutor per l’Energia Domestica con l’obiettivo di favorirne una maggiore consapevolezza sui consumi energetici”.
Il progetto di Reggio Calabria si inserisce in un quadro particolarmente drammatico, come dimostra l’indagine effettuata negli scorsi mesi da Ipsos per Banco dell’energia, con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione della percezione del fenomeno della povertà energetica presso la popolazione italiana con focus sul Sud Italia.
Dall’indagine emerge che quasi un italiano su quattro crede di essere all’apice dell’emergenza (13%) o che il peggio debba ancora arrivare (10%). Al Sud questa convinzione è più radicata (14%). Se infatti il 70% degli italiani si dichiara soddisfatto della propria qualità di vita, questa percentuale scende al 62% al Sud. Tra le motivazioni, la crisi energetica è un punto cruciale del dibattito attuale. Non soltanto perché l’aumento del costo dell’energia, oltre al conflitto tra Russia e Ucraina, è considerato la principale causa dell’aumento dei prezzi degli altri beni e servizi, ma anche perché quasi un italiano su tre si aspetta che le richieste di risparmio energetico saranno, nell’imminente futuro, molto rilevanti per i cittadini.
Secondo l’Oipe, già nel 2021 l’11,9% dei nuclei familiari non poteva permettersi i costi per il riscaldamento della propria abitazione: si tratta di oltre 2 milioni le famiglie in condizioni di povertà energetica, pari all’8% delle famiglie italiane. Nel primo trimestre 2022 – con i rincari del gas naturale trasmessi ai prezzi all’ingrosso dell’elettricità – la Fondazione Utilitatis stima che il 13% delle famiglie italiane sia colpito dal fenomeno, per 3,5 milioni di cittadini in condizione di povertà energetica.