I futures sull’azionario Usa oscillano intorno alla parità, preannunciando una partenza cauta a Wall Street con gli operatori ancora alle prese con l’incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve.
Chiusura in rosso ieri per i principali indici americani, dopo che il dato sull’attività dei servizi in Usa oltre le attese ha alimentato i timori sul mantenimento di una politica monetaria restrittiva. Il Nasdaq ha perso l’1,9%, lo S&P 500 l’1,8% e il Dow Jones l’1,4%.
Nonostante le perdite delle ultime tre sedute, lo S&P 500 rimane in corsa per registrare il maggior guadagno del quarto trimestre dal 1999, sebbene in dicembre abbia perso un po’ di smalto dopo il rally delle settimane precedenti.
I mercati valutano la prospettiva di un rallentamento nel ritmo dei rialzi dei tassi di interesse Usa contro gli ultimi dati macroeconomici, che hanno evidenziato come potrebbe essere necessaria una politica monetaria restrittiva per un periodo di tempo più prolungato.
I commenti provenienti da diversi membri della Fed nelle ultime settimane hanno suggerito un ritocco da mezzo punto percentuale nella riunione di dicembre, dopo quattro strette consecutive da 75 punti base.
La crescita inattesa dell’attività dei servizi negli Stati Uniti a novembre, unita al Job Report diffuso la scorsa settimana, ha però alimentato i timori che l’istituto di Washington mantenga una politica restrittiva per combattere il persistere dell’inflazione.
Gli operatori hanno quindi rivisto al rialzo le previsioni su quale sarà il livello massimo del costo del denaro al termine del ciclo di strette della Fed, attendendosi ora un picco oltre la soglia del 5% a metà del 2023, rispetto al range attuale tra il 3,75% e il 4%.