Partenza in rosso a Wall Street, all’indomani della riunione della Federal Reserve che ha smorzato le speranze di un atteggiamento più accomodante nella politica monetaria. Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq cede l’1,5%, lo S&P 500 l’1,3% e il Dow Jones l’1%.
Come da attese, l’istituto di Washington ha alzato il costo del denaro di 50 punti base, confermando però l’intenzione di proseguire nel ciclo di strette monetarie e anticipando un picco dei tassi più alto di quanto previsto dai mercati.
Il chairman Jerome Powell ha ribadito la necessità di portare avanti la lotta all’inflazione nonostante i crescenti timori di recessione, smorzando le speranze di un possibile taglio dei tassi il prossimo anno.
Sul fronte macro, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti a settembre sono diminuite più delle attese, segnando un -0,6% su base mensile rispetto al -0,2% previsto dal consensus e dopo l’incremento dell’1,3% del mese precedente.
Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazioni, invece, si sono attestate a 211 mila unità, al di sotto delle 232 mila attese dagli analisti e alle 231 mila della rilevazione precedente.
Intanto sul Forex il cambio euro/dollaro risale sopra quota 1,07 dopo che la Bce ha alzato i tassi di mezzo punto percentuale e segnalato di prevedere ulteriori incrementi alla luce della consistente revisione al rialzo delle prospettive di inflazione.
Il dollaro/yen avanza a 136,4, mentre la sterlina è in discesa a 1,234 sul dollaro dopo il previsto aumento del costo del denaro da 50 punti base da parte della Bank of England al termine del meeting di oggi.
Tra le materie prime in ribasso le quotazioni del greggio con il Brent (-0,1%) a 82,6 dollari e il Wti (-0,2%) a 77,2 dollari, mentre la canadese TC Energy ha annunciato la riprese delle operazioni in una sezione dell’oleodotto Keystone.
Nel comparto obbligazionario, infine, il rendimento del decennale americano cede circa due punti base al 3,4% mentre quello del biennale risale di un punto base al 4,22%.