Mercati Usa – Resistono all’aumento dei tassi di interesse

Wall Street trascorre una seduta statica incolore con un lento progresso fino al momento della decisione dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, l’ultima dell’anno 2022.

Per quanto prevista e confermata a mezzo punto percentuale di incremento, il mercato non ha inizialmente gradito le previsioni al rialzo dell’inflazione dal 3,1% al 3,5% per il 2023, arretrando fino ad un punto percentuale sulla gran parte degli indici, in seguito all’annuncio. L’esito finale è rimasto negativo, ma ben lontano dai minimi intraday.

Il bilancio peggiore è quello del Nasdaq (-0,8%), seguito dallo S&P500 (-0,6%), dal Russell 2000 (-0,6%) ed infine dal Dow Jones (-0,4%).

In difficoltà diversi titoli a larga capitalizzazione tra i quali ancora Tesla (-2,5%), la quale non riesce a trovare una base dalla quale rimbalzare, Apple (-1,5%), Nvidia (-2,2%) e AMD (-3,8%).

VIX in ribasso del sei per cento a 21,15 punti.

Sul mercato obbligazionario i rendimenti restano insensibili alla decisione di rialzo dei tassi di interesse e terminano invariati sulla scadenza governativa decennale al 3,49%.

Tra le materie prime, terza seduta consecutiva di rialzo per il petrolio che guadagna il due per cento e raggiunge i 77 dollari al barile, mettendo a segno un rimbalzo di dieci punti percentuali da inizio settimana.

Sbandano invece i due principali metalli preziosi – oro ed argento – sulla revisione al rialzo dell’inflazione nel 2023. Entrambi cedono inizialmente oltre un punto percentuale, ma poi recuperano metà delle perdite nel finale chiudendo sempre comunque in rosso.

Sul mercato valutario, il dollaro chiude sui livelli precedenti nei confronti della moneta unica a 1,065.