Destination Italia – Supera i 27,4 milioni di prenotazioni nei primi 11 mesi del 2022

Destination Italia ha superato 27,4 milioni di euro di prenotazioni nei primi 11 mesi dell’annoRispetto al 2021, la crescita è stata del +275%: l’anno scorso, nello stesso periodo, le prenotazioni superavano i 7,3 milioni.

Il risultato è frutto delle strategie di bilanciamento del portfolio geografico, del focus sui segmenti di mercato a più alta capacità di spesa e della grande capacità di execution del team.

Rispetto al 2021, nel 2022 il Gruppo ha registrato l’incremento delle prenotazioni di turisti di fascia alta provenienti da Stati Uniti, Canada, Australia e da molti paesi dell’Unione Europea, tra cui la Spagna e il Regno Unito. In crescita anche i turisti provenienti dall’America Latina, in primis il Brasile e l’Argentina. Stabile il mercato Medio Orientale, in contrazione il mercato russo a causa delle restrizioni ai viaggi.

Per la crescita del 2022 è stato molto importante l’apporto di SONO Travel Club, la business line delle esperienze turistiche sartoriali dedicate ai viaggiatori luxury, famiglie e piccoli gruppi con budget di spesa elevati e con il desiderio di vivere esperienze uniche sul territorio italiano: dal soggiorno in hotel o ville private di prestigio, allo chef personale o alle cene stellate, dalle escursioni private in luoghi esclusivi alla partecipazione ad eventi inaccessibili al grande pubblico. 

Per quanto concerne l’attrattività delle location turistiche italiane nei confronti dei viaggiatori stranieri, il 2022 mostra la tenuta delle destinazioni classiche (ad esempio Roma, Venezia, Firenze, Milano e i laghi del Nord Italia, Napoli e la costiera amalfitana), ma anche la diversificazione dell’appeal nei confronti di destinazioni alternative. L’azienda ha riscontrato la crescita dell’interesse nei confronti di regioni “di terra” come il Piemonte, ma anche l’Umbria, il Trentino, e l’interesse continuo per le regioni sul mare come Liguria, Sicilia, Sardegna, Puglia ed Emilia Romagna.

Le implicazioni sono positive per tutta la filiera turistica italiana, perché lasciano intuire il potenziale di soggiorni più lunghi, e quindi maggiore spesa turistica, viaggiatori di ritorno e destagionalizzazione.

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