Mercati – Apertura poco sopra la parità, Milano a +0,1%

Partenza poco sopra la parità per le borse europee, con l’azionario globale che si avvia a chiudere quello che potrebbe essere il peggior anno dalla crisi finanziaria del 2008 tra il persistere dei timori per il rischio recessione.

A Milano il Ftse Mib guadagna lo 0,1% in area 23.890 punti. In frazionale rialzo anche il Ftse 100 di Londra (+0,7%), il Cac 40 di Parigi (+0,2%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,2%) e il Dax di Francoforte (+0,1%).

Sembra tornare un sentiment di cautela sui mercati, che raffredda le speranze degli operatori di un rally nell’ultima settimana del 2022 che aiuti a mitigare le perdite di un anno molto complesso per i mercati finanziari.

La notizia che la Cina metterà fine alla quarantena obbligatoria all’arrivo nel Paese dall’estero a partire dall’8 gennaio ha alimentato i timori per le pressioni inflazionistiche globali, con la progressiva riapertura della seconda economia mondiale.

Preoccupa, inoltre, l’aumento dei casi Covid nel Paese che sta mettendo sotto pressione gli ospedali e provocando difficoltà nelle catene produttive. Ne è un esempio Tesla, che si prepara a chiudere in maniera preventiva lo stabilimento di Shanghai.

Intanto sul Forex il biglietto verde è poco mosso nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro in area 1,065 e il dollaro/yen risalito a 133,9 dopo che la Bank of Japan ha annunciato ulteriori acquisti di bond non programmati per frenare la risalita dei rendimenti.

Tra le materie prime in ribasso le quotazioni del greggio con il Brent (-0,3%) a 84,4 dollari e il Wti (-0,4%) a 79,2 dollari, dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che vieta la fornitura di prodotti petroliferi alle nazioni che hanno imposto un price cap al greggio russo.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund riparte in area 208 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 4,60%.

Tornando a Piazza Affari, positive Inwit (+0,5%), Intesa Sanpaolo (+0,3%) e Stellantis (+0,3%), mentre arretrano Cnh (-0,7%), Saipem (-0,4%) e Leonardo (-0,4%).