Prevista una partenza poco mossa per le borse europee, con l’azionario globale che si avvia a chiudere quello che potrebbe essere il peggior anno dalla crisi finanziaria del 2008 tra il persistere dei timori per il rischio recessione.
Chiusura debole ieri a Wall Street, appesantita in particolare dal settore tecnologico con il crollo di Tesla. Il Nasdaq ha perso l’1,4% e lo S&P 500 lo 0,4%, mentre il Dow Jones ha resistito poco sopra la parità allo 0,1%.
Tra i mercati asiatici, stamane, Tokyo ha terminato in ribasso dello 0,4%, mentre Shanghai cede lo 0,3%. In rialzo dell’1,6%, invece, Hong Kong alla riapertura dopo essere rimasta chiusa anche ieri per festività.
Sembra tornare un sentiment di cautela sui mercati, che raffredda le speranze degli operatori di un rally nell’ultima settimana del 2022 che aiuti a mitigare le perdite di un anno molto complesso per i mercati finanziari.
La notizia che la Cina metterà fine alla quarantena obbligatoria all’arrivo nel Paese dall’estero a partire dall’8 gennaio ha alimentato i timori per le pressioni inflazionistiche globali, con la progressiva riapertura della seconda economia mondiale.
Preoccupa, inoltre, l’aumento dei casi Covid nel Paese che sta mettendo sotto pressione gli ospedali e provocando difficoltà nelle catene produttive. Ne è un esempio Tesla, che si prepara a chiudere in maniera preventiva lo stabilimento di Shanghai.
A livello di banche centrali, la Bank of Japan ha annunciato ulteriori acquisti di bond non programmati per frenare la risalita dei rendimenti, mentre cresce l’attesa per chi guiderà l’istituto nipponico quando il governatore, Haruhiko Kuroda, lascerà il suo incarico ad aprile.
Sul fronte geopolitico, infine, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che vieta la fornitura di petrolio e prodotti petroliferi alle nazioni che hanno imposto un tetto al prezzo del greggio russo.