L’incremento dei costi energetici e delle materie prime influiscono negativamente sulla performance di Vimi Fasteners nel primo semestre 2022, che vede un valore della produzione pari a 26,3 milioni (+15,7% a/a) ma un Ebit quasi dimezzato a 483 mila euro, rispetto ai 954 mila euro del 30 giugno 2021. I vertici della società commentano: “Ad oggi il gruppo prosegue nella rinegoziazione dei prezzi di vendita ai clienti, per compensare seppur parzialmente il vertiginoso aumento dei costi di approvvigionamento in attesa che il processo inflattivo in corso sia riportato a livelli fisiologici”.
Modello di Business
Vimi Fasteners è attiva nel settore della meccanica di alta precisione ed è leader nella progettazione e produzione di organi di fissaggio ad elevato contenuto ingegneristico per i settori automotive, industriale, oil&gas e aerospace. Il Gruppo opera in partnership con i propri clienti (OEM, Tier1 e distributori) e sviluppa soluzioni personalizzate, che esporta in tutto il mondo, utilizzando acciai speciali, superleghe e tecnologie d’avanguardia nella produzione integrata dei suoi prodotti.
Ultimi Avvenimenti
Nel terzo trimestre 2022 i ricavi consolidati ammontano a 39,5 milioni, con una contribuzione del settore “Industrial” intorno al 60% del fatturato totale. Il portafoglio ordini ancora da eseguire è pari a 23,1 milioni, di cui 12,5 milioni a valere per la restante quota dell’esercizio 2022 e i restanti 10,6 milioni sull’esercizio 2023. L’indebitamento finanziario netto diminuisce dai 16,2 milioni a fine giugno 2022 a 15,8 milioni.
Nel mese di luglio Vimi Fasteners ha pubblicato il primo bilancio di sostenibilità̀, esito di un processo strutturato volto all’applicazione delle migliori pratiche di “Environmental, social and corporate governance” (“ESG”). Tra gli impegni assunti dalla società rientra la realizzazione del nuovo impianto fotovoltaico nello stabilimento produttivo di Novellara, che sarà completato entro la fine del 2022.
Conto Economico
Il valore della produzione del primo semestre 2022 ammonta a 26,3 milioni, con un incremento del 15,7% rispetto al 30 giugno 2021 grazie alla ripresa dei mercati verificatasi nel corso del 2021 e al portafoglio ordini record registrato a fine anno 2021.
A fine giugno il portafoglio ordini diminuisce a 24 milioni da 33,5 milioni a fine anno 2021, (quest’ultimo dato a valere sull’intero esercizio 2022).
Cala l’Ebitda da 3 milioni a 2,4 milioni e la relativa marginalità perde 4,1 punti percentuali collocandosi al 9,2%. Difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali e aumento dei prezzi hanno inciso negativamente sulla redditività di tutte le società del gruppo.
Per far fronte al difficile contesto economico, il management ha deciso di trasferire parte dell’aumento dei costi sul prezzo finale di vendita e di potenziare la struttura commerciale. Inoltre, all’inizio del semestre, la controllata MF Inox ha dovuto sopportare costi aggiuntivi per l’uscita dei propri amministratori, costi che, a parere del management, sono tuttavia da considerare propedeutici a maggiori sinergie industriali e commerciali di gruppo.
L’Ebit segna una contrazione del 49,4% a 483 mila, nonostante una diminuzione degli ammortamenti (-6,5% a/a).
La gestione finanziaria, da oneri netti per 250 mila euro a giugno 2021 inverte il segno ed evidenzia proventi netti per 21 mila euro, beneficiando di utili su cambi per 191 mila euro e della diminuzione degli interessi passivi.
Dopo benefici fiscali, riconducibili alla passata acquisizione di MF Inox, pari a 31 mila euro, il semestre chiude con un utile netto di 535 mila euro (-17,7% a/a).
Stato Patrimoniale
Il patrimonio netto sale a 28,9 milioni, essenzialmente grazie all’utile del periodo.
L’indebitamento finanziario netto risulta pressoché stabile a 16,2 milioni, dopo fabbisogni di circolante pari a circa 1,2 milioni e investimenti in immobilizzazioni fisse per 1 milione.
Ratio
La contrazione dei margini si riflette sull’indicatore di sostenibilità del debito che passa da 2,4x a 3,4x. Stabile a 0,6x il rapporto tra indebitamento finanziario netto e patrimonio netto.
Dimezzato il ritorno per gli azionisti, che si riduce al 3,7% dal 7,4% a fine dicembre 2021.
Outlook
Il management auspica interventi da parte delle autorità̀ nazionali ed europee per arginare la crescita incontrollata dei costi di approvvigionamento energetico.
Il management sta procedendo ad una rinegoziazione dei prezzi di vendita ai clienti, per compensare seppur parzialmente il vertiginoso aumento dei costi di approvvigionamento, in attesa che le nuove politiche monetarie delle banche centrali interrompano il processo inflattivo in corso e riportino a livelli fisiologici il tasso di inflazione dell’economia mondiale.
Il gruppo tuttavia sa di poter contare sulla tenuta dei propri ordinativi e su segnali positivi di crescita provenienti dai settori industriale ed energetico, su cui sta focalizzando la propria attività.
Integrae Sim, Euronext Growth Advisor, alla luce dei risultati del secondo semestre 2022 modifica le proprie stime per il 2022 e per i successivi anni. In particolare, gli analisti prospettano un valore della produzione 2022 pari a 52,5 milioni e un Ebitda di 5,4 milioni con relativo margine al 10,2% verso il 14% registrato nell’esercizio 2021.
Per gli anni successivi, gli esperti prevedono che il valore della produzione possa aumentare ad un Cagr 21A-24E del 6,2% attestandosi a fine periodo previsionale a 57,5 milioni. L’Ebitda di fine 2024 potrebbe ammontare a 7,2 milioni e l’Ebitda margin al 12,5%, rispetto ai 6,7 milioni e 14% di dicembre 2021.
L’indebitamento finanziario netto andrà a ridursi gradualmente fino a 11 milioni a fine dicembre 2024 dai 16,3 milioni a fine anno 2021.
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