Mercati USA – Chiudono in calo anche l’ultima seduta del 2022

Wall Street reagisce ad una partenza negativa che spinge inizialmente gli indici oltre l’uno per cento di discesa. Grazie anche ai pochi volumi scambiati, i listini riducono le perdite nell’ultima ora di contrattazioni fino ad un decimo di punto percentuale per il Nasdaq, a due sia per il Dow Jones che lo S&P500, ed a tre per il Russell 2000.

Il 2022 cala il sipario su un anno complicato per i listini domestici, il peggiore dal 2008 con il Dow Jones che cede il nove per cento, lo S&P500 il 19,5% ed il Nasdaq il 33%.

E’ proprio il listino tecnologico il più sofferente con alcuni pesi massimi che hanno sensibilmente decurtato la loro capitalizzazione. Gli esempi più eclatanti sono Tesla (-65%), Amazon (-50%) e Apple (-27%).

VIX in rialzo dell’uno per cento a 21,65 punti.

Gennaio fornirà sicuramente indicazioni sull’andamento dei listini americani nel 2023 minacciati dai timori di recessione, il persistere dell’inflazione e la diminuzione degli utili aziendali.

Sul mercato obbligazionario riprendono a salire i rendimenti sulla parte lunga della curva dei tassi di interesse con il decennale governativo (Tbond) che guadagna quattro punti base al 3,88%.

Anche il petrolio rialza la testa e beneficia delle tensioni europee nel tentativo di imporre un price-cap al greggio esportato dalla Russia. L’oro nero guadagna il 2,6% salendo oltre gli 80 dollari al barile, per la prima volta dagli inizi di dicembre.

Seduta incolore per i due principali metalli preziosi – oro ed argento – con il metallo più nobile che chiude invariato, mentre l’argento cede mezzo punto percentuale. Brillante, al contrario il platino (+2%).

Sul mercato valutario, il dollaro si indebolisce con decisione forse vittima anche degli scarsi volumi festivi. La valuta statunitense scivola fino a 1,07 nei confronti della moneta unica, 131 rispetto allo yen giapponese e 68 contro il rublo russo.