Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore banche:
Giornata in rialzo per i mercati azionari: in Europa, il Ftse Mib guadagna l’1%, il Dax l’1,3% e il Ftse 100 lo 0,2%. A Wall Street, il Nasdaq sale dell’1,7%, lo S&P 500 dell’1% e il Dow Jones dello 0,4%.
Goldman Sachs (+0,9%) si appresta ad attuare una delle più grandi riduzioni della forza lavoro della sua storia. Le indiscrezioni di stampa parlano di oltre 3.000 licenziamenti, con più di un terzo di questi che probabilmente verrà dalle divisioni core trading e investment banking. Centinai di posti di lavoro dovrebbero essere ridotti anche nel business consumer, in perdita dopo che la banca ha ridimensionato i piani per l’unità direct-to-consumer Marcus. Secondo il Financial Times, la banca taglierà fino a 3.200 posti di lavoro entro pochi giorni. Sotto la guida dell’attuale Ad David Solomon, l’organico è aumentato del 34% dalla fine del 2018. L’ultimo grande taglio della forza lavoro è avvenuto dopo il crollo di Lehman Brothers nel 2008, quando Goldman eliminò oltre 3.000 posti di lavoro (circa il 10% della forza lavoro all’epoca).
Deutsche Bank (+0,6%) ha declassato i titoli di Bank of America (-0,4%), JP Morgan (0,0%) e Truist Financial Corp. a Hold dal precedente Buy, affermando che i colossi bancari “sembrano destinati a segnare nuovi minimi”. Gli analisti dell’istituto tedesco hanno tagliato anche i rispettivi target price: Bank of America passa a $36 da $45, Truist a $48 da $61 e JPMorgan a $145 dai precedenti $155.
“I titoli bancari hanno registrato un rally del 10% rispetto al minimo del 12 ottobre, il terzo da quando i titoli bancari sono entrati in un mercato ribassista (cioè con un calo del 20% rispetto ai massimi del 14 aprile). Con l’attuale rally, il Nasdaq Bank Index è sceso del 30% dal picco, che suggerisce che i titoli stanno valutando una probabilità del 65-70% di una recessione moderata o peggiore”, hanno scritto da Deutsche Bank.
Considerando che i titoli segnano forti ribassi, l’inflazione sembra rallentare e i rialzi dei tassi della Fed potrebbero volgere al termine, gli analisti hanno spiegato che “le azioni segneranno nuovi minimi e prezzeranno pienamente (o quasi) una recessione negli Stati Uniti, il che suggerisce che da qui in poi il rischio è maggiore”.
L’opinione di Deutsche Bank “riflette i rischi macro in corso e il probabile indebolimento dei fondamentali bancari, tra cui il picco dei margini d’interesse netti/NIM, il probabile rallentamento della crescita dei prestiti (soprattutto nel settore commerciale e delle carte di credito), l’aumento dei costi del credito, le continue pressioni sui costi e il limitato capitale in eccesso per sostenere i buyback”.