Chiusura positiva per le borse europee, mentre prosegue in rialzo la seduta di Wall Street in attesa dell’uscita domani del dato chiave sull’inflazione a dicembre negli Stati Uniti che contribuirà a formulare le aspettative sulle prossime mosse della Federal Reserve.
A Milano il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni con un +0,7% a 25.546 punti. In rialzo anche il Dax di Francoforte (+1,2%), il Cac 40 di Parigi (+0,8%), il Ftse 100 di Londra (+0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%).
Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,9%, lo S&P 500 lo 0,5% e il Dow Jones lo 0,3%.
Nel suo intervento di ieri al Simposio della Riksbank a Stoccolma, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha ribadito la necessità di misure impopolari per contrastare l’inflazione, senza però affrontare direttamente la questione dei tassi di interesse.
Il focus dei mercati è quindi rivolto sul report sui prezzi al consumo Usa a dicembre per avere maggiori indicazioni sulla traiettoria della politica monetaria, con le attese che indicano una frenata del dato core al 5,7% rispetto all’anno precedente.
L’attenzione si sposterà poi sull’inizio della nuova stagione delle trimestrali di Wall Street, al via venerdì con i risultati delle grandi banche Usa, per capire come le società si stiano preparando ad affrontare il rischio recessione.
Intanto sul Forex il biglietto verde è poco mosso nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro che risale a 1,077 e il dollaro/yen a 132,5.
Tra le materie prime in rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+3,3%) a 82,8 dollari e il Wti (+3,4%) a 77,7 dollari, nonostante i dati settimanali Eia abbiano evidenziato il maggior incremento delle scorte Usa da febbraio 2021.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund arretra di circa 17 punti base in area 181 punti, con il rendimento del decennale italiano in calo al 4,03%.
Tornando a Piazza Affari, bene in particolare Hera (+5,5%), Iveco (+5,2%), A2A (+3,6%) e Nexi (+3,5%), mentre le vendite hanno colpito soprattutto Amplifon (-4,3%), Saipem (-4,1%), Unicredit (-1,5%), Banco Bpm (-1,3%) e Tim (-1,1%).