Mercati asiatici – Contrastati dopo Pil cinese ai livelli più bassi da oltre 40 anni

Seduta contrastata per i principali listini asiatici, orfani di Wall Street, chiusa ieri per il Martin Luther King’s Day.

Shanghai e Shenzhen viaggiano entrambe a -0,2%, sottotono come Hong Kong che cede l’1,2%. Bene invece il Giappone con Nikkei +1,2% e Topix +0,9%.

Gli investitori stanno metabolizzando i dati sul Pil del quarto trimestre della Cina, salito del 2,9% a/a (consensus +1,6%), e del 3% nell’intero 2022 (consensus +2,7%), ma ai livelli più bassi da oltre 40 anni.

Se da un lato la crescita economica del gigante asiatico ha evidenziato segni di rallentamento lo scorso anno a causa delle restrizioni anti covid che hanno pesato sulle attività, dall’altro lato i dati migliori delle attese alimentano la fiducia che il Paese sia pronto per la ripresa.

A sostenere il sentiment contribuiscono anche le aspettative legate a un piano delle autorità cinesi di regolamentazione finanziaria e delle maggiori società di gestione di crediti inesigibili della nazione per offrire supporto agli costruttori con ottima reputazione.

Occhi nel contempo sul Giappone con gli investitori che restano in attesa di eventuali mosse inaspettate nella riunione della Bank of Japan, in programma domani, tra le aspettative di una svolta restrittiva nella politica monetaria dell’istituto nipponico.

Sempre in tema banche centrali, focus nei prossimi giorni, sugli interventi di diversi funzionari della Federal Reserve, da cui potrebbero emergere ulteriori indicazioni sulla traiettoria dei tassi di interesse negli Usa in vista del meeting del 1° febbraio.

Sul forex, il cambio euro/dollaro oscilla in area 1,082 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a quota 128,9. Tra le materie prime, il petrolio si muove a due velocità con il Brent (+0,2%) a 84,6 dollari e il Wti (-0,7%) a 79,5 dollari al barile.