Dalla lettura del piano strategico 2022-2026 emerge che il Gruppo Snam prevede investimenti complessivi per 10 miliardi con un incremento del 23% rispetto agli 8,1 miliardi del piano 2021-2025.
Di questi 10 miliardi, 9 sono destinati all’infrastruttura del gas. In particolare:
- 6,3 miliardi sul trasporto (rispetto a 5,4 miliardi del precedente piano), compresi gli investimenti relativi al potenziamento della Linea Adriatica e l’applicazione della nuova metodologia per la valutazione dello stato di salute degli asset per le sostituzioni di rete;
- 1,3 miliardi per l’ampliamento e il rinnovo dei siti di stoccaggio (rispetto a 1,2 miliardi del piano 2021-25);
- 1,4 miliardi destinati al GNL, con un significativo aumento riconducibile all’acquisto dei due rigassificatori galleggianti e ai relativi investimenti infrastrutturali.
Gli investimenti per lo sviluppo e l’ammodernamento dell’infrastruttura di Snam per il trasporto e lo stoccaggio sono realizzati in un’ottica di “H2 asset readiness”, mentre proseguono le attività di certificazione sulla rete esistente che prevede di raggiungere i 3,000 km entro il 2026, da 750 km del 2022, e le verifiche su stoccaggi, stazioni di compressione e sistema di misura.
Il restante miliardo è destinato agli investimenti nei business della transizione energetica.
Tra i gas verdi, il biometano è quello allo stadio di sviluppo più avanzato e disponibile in tempi brevi. Gli investimenti in biometano nel piano al 2026 ammontano a circa 550 milioni e prevedono oltre 100 MW di impianti in esercizio entro il 2026 (con una produzione attesa pari a circa 200 milioni di metri cubi). Ad oggi, Snam si è costruita una solida piattaforma in questo segmento con circa 40 MW di impianti di biogas e biometano operativi a fine
2022 e ha rafforzato il ruolo di sviluppatore su scala industriale.
Nell’orizzonte di piano, sono previsti 100 milioni per l’idrogeno anche con il supporto dei fondi del PNRR, per contribuire a preparare l’ecosistema nazionale all’utilizzo dell’idrogeno.
Come confermato anche da report recenti di IPCC e IEA, la CCS (Carbon Capture and Storage) è considerata una tecnologia necessaria al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione a livello globale e Snam vi destina circa 120 milioni di risorse in arco di piano.
Sull’efficienza energetica e la generazione distribuita, dove Snam opera attraverso Renovit (partecipata anche da Cassa Depositi e Prestiti, CDP), sono previsti circa 200 milioni investimenti nel periodo di piano.
Il Gruppo conferma l’impegno sul percorso di riduzione delle emissioni verso la neutralità carbonica al 2040.
Venendo ai target del periodo 2022-26, Snam prevede una crescita media annua (CAGR):
- maggiore del 5% della RAB nel 2022-2026, più del doppio rispetto alle previsioni del precedente arco di piano (2021-25) per effetto di maggiori investimenti e del deflatore;
- del 7% circa dell’EBITDA, rispetto al 4,5% del precedente piano 2021-25, per effetto principalmente della crescita della RAB (80%), di maggiori remunerazioni da quadro regolatorio, dal crescente apporto di incentivi “output based” e dai business della transizione energetica. L’insieme di questi fattori contribuirà alla crescita dell’EBITDA di
Gruppo atteso pari a circa 2,85 miliardi a fine piano, di cui circa 140 milioni saranno legati ai business della transizione energetica; - del 3% dell’utile netto per effetto dell’incremento della redditività industriale del business e delle misure di efficienza, compensate da una crescita degli oneri finanziari per l’aumento dei tassi di interesse che si ipotizzano al 2% medio nell’arco di piano, rispetto ad una previsione dell’1,1% nel piano precedente 2021-25.
Rispetto alla guidance sull’utile netto 2022, pari ad almeno 1,13 miliardi, la proiezione a fine 2026 è di 1,27 miliardi.
La società guidata da Stefano Venier conferma ed estende di un anno la politica dei dividendi. 2,5% di crescita minima annua del dividendo estesa al 2026, con conferma del +5% per azione nel 2022.
Snam prevede che per l’esercizio 2022 possa essere distribuito nel 2023, un dividendo complessivo pari a 0,2751 euro per azione di cui il 40% a titolo di acconto con pagamento il 25 gennaio 2023 (record date 24 gennaio 2023), con data di stacco della cedola il 23 gennaio 2023, come deliberato dal Cda del 9 novembre 2022, mentre il restante 60% a saldo con pagamento il 21 giugno 2023 (record date 20 giugno 2023) con data di stacco
della cedola il 19 giugno 2023, da sottoporre all’Assemblea degli Azionisti che approverà il bilancio 2022.
Nell’arco di piano Snam, a fronte di un indebitamento atteso salire a circa 18 miliardi nel 2026, prevede di mantenere: ratio di credito, sia di flusso (FFO/Net Debt) sia di stock (Net Debt/Fixed Asset incluse le consociate) coerenti con il merito di credito attuale; e un mix tra debito fisso e variabile di circa 2/3.
Infine, Snam è ben posizionata per essere tra i protagonisti della trasformazione in atto nel settore energetico nella prossima decade e prevede possano essere oltre 20 miliardi le opportunità di investimento nel periodo 2022-2030 per:
- proseguire le attività di sviluppo, mantenimento, ammodernamento, decarbonizzazione e digitalizzazione delle infrastrutture;
- completare la Linea Adriatica e lo sviluppo di nuova capacità di stoccaggio (+15% con Alfonsine);
- sviluppare la “Italian Hydrogen Backbone” tramite repurposing dell’infrastruttura (reti e stoccaggio) per sostenere la domanda nazionale di green gas ed esportare gli ulteriori volumi disponibili da produzione nazionale e/o import.