Utility – Consumi elettrici in Italia: a dicembre -9,1% a/a, FY 2022 -1% a/a

Secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, a dicembre 2022 la domanda elettrica in Italia si è attestata a 25 miliardi di kWh, in calo del 9,1% rispetto a dicembre del 2021.

Il dato è stato influenzato anche dalla presenza di due giorni lavorativi in meno (20 vs 22) e da una temperatura media mensile superiore di ben 2°C rispetto a dicembre del 2021. Il valore della domanda elettrica mensile, destagionalizzato e corretto dall’effetto della temperatura e del calendario, risulta in calo del 6,5%.

In termini congiunturali, la richiesta elettrica di dicembre 2022, destagionalizzata e corretta dall’effetto temperatura e del calendario, risulta sostanzialmente stazionaria rispetto al mese precedente (novembre 2022).

A livello territoriale la variazione di dicembre 2022 è risultata ovunque negativa: -8,3% al Nord, -9,4% al Centro e -10,5% al Sud e nelle isole.

La domanda di dicembre 2022 è stata soddisfatta per l’89,4% con produzione nazionale e per la quota restante (10,6%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 26,9% del fabbisogno mensile. La produzione nazionale netta, pari a 22,5 miliardi di kWh, è risultata in diminuzione dell’11,9% rispetto a dicembre 2021 con la seguente articolazione per fonti: eolica (-39,4%), idroelettrica (-18,6%), fotovoltaica (-17,2%), termoelettrica (-6,1%) e geotermica (-1,9%).

Per quanto riguarda il saldo import-export, il dato è in aumento del 17,1% per effetto di un aumento dell’export (+9,6%) e dell’import (+15,5%).

L’indice IMCEI relativo ai consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’ di dicembre 2022 ha fatto registrare nel mese una diminuzione del 15% rispetto a dicembre 2021: quasi tutti i comparti sono risultati in calo, in particolare quelli della siderurgia, della meccanica e dei metalli non ferrosi. Variazioni positive per il settore degli alimentari, delle ceramiche e delle vetrarie; stazionaria la chimica. Anche a livello congiunturale il dato destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario registra un calo del 6,4% rispetto al mese precedente (novembre 2022).

Passando all’analisi dell’intero 2022 la domanda di elettricità nel nostro Paese è stata pari complessivamente a 316,8 miliardi di kWh, in calo dell’1% rispetto al 2021. A livello territoriale la variazione è risultata in diminuzione al Nord (-1,5%) e sostanzialmente in linea con i valori dell’anno precedente al Centro e al Sud e nelle isole (rispettivamente -0,3% e -0,2%).

La domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’86,4% con produzione nazionale e per la quota restante (13,6%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta (276,4 miliardi di kWh) è risultata in diminuzione dell’1,3% rispetto al 2021 con la seguente articolazione per fonti: in crescita le fonti fotovoltaica (+11,8%) e termoelettrica (+6,1%); in calo invece le fonti idroelettrica (-37,7%), eolica (-1,8%) e geotermica (-1,6%). L’indice IMCEI ha fatto registrare una diminuzione del 5,4% rispetto al 2021.

La modesta contrazione della domanda di elettricità registrata nel 2022 è la risultante di un anno “a due velocità”, con variazioni tendenziali positive nella prima parte dell’anno e negative a partire dal mese di agosto, conseguenza di una serie di fattori concomitanti: le misure di contenimento dei consumi elettrici attuate dai cittadini e dalle imprese su indicazione del Governo, il caro prezzi che ha caratterizzato i mercati dell’energia e le temperature piuttosto miti registrate nei mesi autunnali e invernali.

Dal lato della produzione, la contrazione della generazione idroelettrica (-37,7%), imputabile al lungo periodo di siccità, è stata parzialmente compensata dall’aumento della generazione termoelettrica (+6,1%) e in particolare dall’incremento di quella a carbone a seguito delle azioni messe in atto dal Governo per fronteggiare la crisi gas. In questo scenario, il saldo con l’estero è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2021, a fronte di una forte variabilità nel corso dell’anno per la volatilità dei prezzi sui mercati dell’energia.

(segue approfondimento)