Mercati asiatici – Cauti con Giappone e Hong Kong poco sopra la parità, inflazione Tokyo ai massimi dal 1981

Seduta perlopiù in frazionale rialzo per i principali listini asiatici, orfani ancora di Cina e Taiwan, fermi per il Capodanno Lunare, e dopo la chiusura in rialzo di Wall Street.

Hong Kong si muove a +0,2%, cauta come il Giappone con Nikkei +0,1% e Topix a +0,2%.

Gli investitori restano intenti a monitorare i segnali provenienti dall’agenda macroeconomica e dalle trimestrali nel tentativo di prevedere il percorso di politica monetaria delle banche centrali.

Intanto l’indice dei prezzi al consumo nella regione di Tokyo è salito, a gennaio, ai massimi dal 1981, con un +4,4% (consensus del +4%) dopo il +3,9% del mese precedente (rivisto da +4%).

Un rapido incremento dei prezzi che potrebbe quindi alimentare le pressioni sulla Banca del Giappone affinché riduca gli stimoli e si orienti verso una politica monetaria più restrittiva.

Dati che seguono quelli contrastanti diffusi ieri negli Stati Uniti e che hanno visto un prodotto interno lordo aumentato a un ritmo superiore alle attese nel quarto trimestre 2022, accompagnato tuttavia da segnali di rallentamento della domanda a causa degli aumenti dei tassi d’interesse che frenano la crescita.

Inoltre l’inaspettato rallentamento delle richieste di sussidi di disoccupazione ha confermato la resilienza del mercato del lavoro a stelle e strisce.

Il focus degli operatori resta concentrato anche sulle indicazioni provenienti dalla stagione delle trimestrali, con le ultime sorprese in positivo che hanno contribuito a sostenere la fiducia dei mercati dopo le recenti delusioni.

Il tutto in vista della riunione della Federal Reserve in programma la prossima settimana, da cui gli investitori si attendono un rallentamento nel ritmo dei rialzi dei tassi di interesse a 25 punti base.

Sul forex, il cambio euro/dollaro cala a 1,087 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen oscilla in area 130,2. Tra le materie prime, il petrolio è in frazionale rialzo con il Brent (+0,3%) a 87,7 dollari e il Wti (+0,3%) a 81,2 dollari al barile.

Il tutto dopo che ieri, a Wall Street, il Nasdaq ha guadagnato l’1,8%, lo S&P500 l’1,1% e il Dow Jones lo 0,6%.