Intesa SP – Conferma solida redditività nel 2022 e obiettivo di 6,5 mld di utile netto al 2025

Nel 2022 il gruppo Intesa Sanpaolo ha registrato interessi netti pari a 9.500 milioni, in
crescita del 20,2% rispetto ai 2021.

Le commissioni nette, pari a 8.919 milioni, sono diminuite del 6,4% rispetto al 2021: al loro interno, le commissioni da attività bancaria commerciale sono aumentate del 5,4% a/a, mentre quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,…), sono scese del 13,8%, nel cui ambito si registra una diminuzione del 32,8% per la componente relativa a intermediazione e
collocamento di titoli, del 13,7% per quella relativa al risparmio gestito (con commissioni di
performance pari a 44 milioni nel 2022 e a 367 milioni di euro nel 2021) e dell’ 1,2% per quella relativa ai prodotti assicurativi.

Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 1.705 milioni rispetto a 1.629 milioni del
2021.

Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value è pari a 1.378 milioni, vs 1.635 milioni del 2021, con la componente relativa alla clientela che aumenta a
374 milioni da 321 milioni, quella di capital markets che registra un saldo negativo per 336 milioni rispetto a un saldo positivo per 691 milioni, quella dell’attività di trading e tesoreria che sale a 1.389 milioni da 614 milioni e quella dei prodotti strutturati di credito che registra un saldo negativo per 49 milioni rispetto a un saldo positivo per 9 milioni.

I proventi operativi netti aumentano del 3,3% a 21.470 milioni.

I costi operativi (inclusi 36 milioni di contributo una tantum alle persone di Intesa Sanpaolo per mitigare l’impatto dell’inflazione) segnano un lieve calo dello 0,4% a 10.934 milioni, a seguito di spese del personale in linea, di spese amministrative in diminuzione del 2,7% e di ammortamenti in aumento del 3%.

Il risultato della gestione operativa sale così del 7,4% a 10.536 milioni.

Il cost/income ratio nel 2022 è pari al 50,9%, rispetto al 52,8% del 2021.

Le rettifiche di valore nette su crediti (comprendenti circa 1,3 miliardi per l’esposizione a Russia e Ucraina, circa 1,2 miliardi per overlay e per favorire il derisking e circa 0,7 miliardi di rilascio di rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di COVID-19) sono pari a 3.113 milioni, rispetto a 2.766 milioni del 2021 (che includevano rettifiche di valore addizionali pari a 1.615 milioni per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati).

Il risultato netto consolidato sale del 4% 4.354 milioni, dopo la contabilizzazione di imposte sul reddito per 2.059 milioni, che includono, tra l’altro, un beneficio di 117 milioni derivante dal riallineamento fiscale di attività intangibili e di 320 milioni derivante dall’iscrizione di imposte differite attive relative a ex UBI Banca; oneri di integrazione e incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 140 milioni; tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) per 576 milioni.

Dal lato patrimoniale, i finanziamenti verso la clientela sono pari a 447 miliardi, in diminuzione del 4,1% rispetto al 31 dicembre 2021 (in diminuzione del 5,8% rispetto al terzo trimestre 2022 e in crescita dell’ 1,9% rispetto al 2021 considerando i volumi medi di periodo).

Il complesso dei crediti deteriorati ammonta, al netto delle rettifiche di valore, a 5.496
milioni, in diminuzione del 22,3% rispetto ai 7.077 milioni del 31 dicembre 2021. In
quest’ambito, i crediti in sofferenza diminuiscono a 1.131 milioni di euro da 2.130 milioni del 31 dicembre 2021, con un’incidenza sui crediti complessivi pari allo 0,3% (0,5% al 31 dicembre 2021), e un grado di copertura al 69,2% (70,4% a fine 2021).

I coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2022 – calcolati applicando i criteri transitori in vigore per il 2022, deducendo dal capitale 1.399,6 milioni di acconto dividendi 2022 pagato a novembre 2022, 1.648,2 milioni di saldo dividendi 2022 proposto e 3,4 miliardi di buyback risultano pari a: 13,8% per il Common Equity Tier 1 ratio (14,5% a fine 2021), 16,2% per il Tier 1 ratio (16,4% a fine 2021), 19,1% per il coefficiente patrimoniale totale (19,1% a fine 2021).

Il leverage ratio al 31 dicembre 2022 (che include le esposizioni verso la Banca Centrale Europea) è pari a 5,6% applicando i criteri transitori in vigore per il 2022 e a 5,5% applicando i criteri a regime, valori tra i migliori nel confronto con i principali gruppi bancari europei.

Il Cda ha deliberato di proporre alla prossima Assemblea ordinaria la distribuzione di 3.047.836.282,28 euro complessivamente a valere sull’utile 2022, corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato, che, tenendo conto dell’acconto dividendi pagato lo scorso novembre pari a 1.399.608.167,99 euro, porta alla proposta di distribuzione di 1.648.228.114,29 euro a saldo.

Il saldo dividendi è pari a 8,68 centesimi di euro per azione al lordo delle ritenute di legge; i dividendi relativi alle azioni che saranno state annullate al completamento del predetto buyback verranno proporzionalmente attribuiti alle altre azioni in circolazione che ne
avranno diritto; alle azioni proprie di cui la Banca si trovasse eventualmente in possesso alla record date non spettano dividendi, e il relativo importo sarà girato a riserva straordinaria.

Tale distribuzione, se approvata dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal 24 maggio 2023 (con stacco cedole il 22 maggio e record date il 23 maggio). Rapportando l’importo unitario a saldo di 8,68 centesimi di euro al prezzo di riferimento dell’azione registrato ieri, risulta un rendimento (dividend yield) pari a 3,5%; se si rapporta anche l’importo unitario di 7,38 centesimi di euro corrisposto come acconto nello scorso novembre, il dividend yield complessivo a valere sull’esercizio 2022 risulta pari a 6,5%.

L’attuazione del piano di impresa 2022-2025 procede a pieno ritmo. L’Istituto conferma il raggiungimento dell’obiettivo di 6,5 miliardi di utile netto al 2025, con un’ulteriore crescita potenziale derivante dall’aumento dei tassi di interesse.

Confermati anche il payout al 70% per ciascun anno del Piano e lo scenario di eventuale ulteriore distribuzione da valutare anno per anno.