Mercati asiatici – Le tensioni geopolitiche frenano la Cina, tiene il Giappone

Seduta contrastata per i principali listini asiatici dopo la chiusura sottotono di Wall Street.

In Cina, Shanghai cede lo 0,8% e Shenzhen lo 0,9%, male come Hong Kong (-2,2%). Bene invece il Giappone con Nikkei a +0,7% e Topix a +0,5%.

Pesano sul sentiment le rinnovate tensioni geopolitiche tra Washington e Pechino dopo l’abbattimento di un presunto pallone spia cinese da parte degli Usa e la conseguente decisione dell’amministrazione Biden di posticipare l’imminente viaggio del Segretario di Stato Antony Blinken nel Paese asiatico.

Incertezze che si aggiungono a quelle macro dopo che il job report di gennaio diffuso venerdì scorso ha evidenziato ancora una volta la solidità del mercato del lavoro statunitense, alimentando le aspettative di ulteriori aumenti dei tassi da parte della Federal Reserve.

Focus anche sul Giappone in scia alla notizia che l’esecutivo ha chiesto al vice governatore della Banca centrale nazionale, Masayoshi Amamiya, di succedere a Haruhiko Kuroda a capo dell’istituto.

Il tutto mentre gli investitori valutano le probabilità che la politica monetaria ultra accomodante dell’istituto nipponico possa proseguire nei prossimi mesi.

Resta infine l’attenzione sul avanzamento della stagione delle trimestrali dopo la delusione delusione della scorsa settimana per i risultati trimestrali di Apple, Alphabet e Amazon, che hanno alimentato i timori sull’impatto del rallentamento dell’economia sugli utili societari.

Sul forex, il cambio euro/dollaro ridiscende in area 1,078 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a quota 131,9. Tra le materie prime, il petrolio viaggia in frazionale rialzo con il Brent (+0,4%) a 80,3 dollari e il Wti (+0,3%) a 73,6 dollari al barile.

Il tutto dopo che venerdì a Wall Street il Nasdaq ha ceduto l’1,6%, lo S&P500 l’1% e il Dow Jones lo 0,4%.