Partenza di settimana in rosso per Wall Street che tenta subito un recupero nelle prime ore di contrattazione, ma scivola successivamente e chiude non lontano dai minimi intraday.
Il mercato domestico è alle prese con una fase di consolidamento dopo i forti rialzi delle prime cinque settimane dell’anno, oppure intravede la possibilità di un periodo di correzione più o meno marcato.
Lo spartiacque potrebbe essere il dato sull’inflazione nel mese di gennaio che verrà pubblicato a metà settimana e che potrà fornire maggiori indicazioni, almeno macro economiche.
Il bilancio di ieri evidenzia nel Russell 2000 (-1,4%) il listino più penalizzato, seguito dal Nasdaq con un calo dell’uno per cento. Più modeste le discese sia dello S&P500 (-0,6%) che del Dow Jones (-0,1%).
Tra i titoli guida, Apple e Google cedono quasi due punti percentuali.
VIX in risalita di cinque punti percentuali a 19,45 punti.
Mercato obbligazionario con rendimenti in forte risalita sulla parte lunga della curva dei tassi di interesse per la terza seduta consecutiva. Il Tbond guadagna altri undici punti base chiudendo al 3,62%.
Giornata di consolidamento per la maggior parte delle materie prime, dopo le forti perdite della scorsa settimana.
Il petrolio parte negativo, ma recupera nel finale e chiude in rialzo di oltre un punto percentuale a 74,5 dollari al barile.
Seduta grigia invece per i due principali metalli preziosi – oro e argento – con il primo che termina invariato ed il secondo che cede ancora mezzo punto percentuale. Male il palladio che lascia sul terreno il quattro per cento.
Sul mercato valutario il dollaro recupera ancora oltre mezza figura nei confronti della moneta unica risalendo fino a 1,074. Scivola anche lo yen fino a 132 rispetto al biglietto verde.