Nel 2022 il gruppo Banca Popolare di Sondrio ha registrato un margine di interesse pari a 681,1 milioni, in aumento del 28,8% rispetto al 2021, un andamento che riflette sia la significativa espansione degli impieghi sia il beneficio derivante dall’ampliamento dello spread commerciale.
In ulteriore incremento il margine riveniente dall’acquisizione dei crediti fiscali, pari a 40 milioni e consistente il contributo derivante dal portafoglio titoli, con un flusso cedolare più che raddoppiato, grazie alla forte esposizione in titoli a tasso variabile e inflation-linked. Positivo il beneficio riveniente dal finanziamento TLTRO III in essere con la BCE sul quale è stato applicato un tasso negativo mediamente pari allo 0,4%, che ha generato ricavi per circa 35 milioni.
Le commissioni nette da servizi sono aumentate del 6,4% a/a a 380,6 milioni. In crescita i
proventi rivenienti da tutti i principali segmenti di business, tra cui spiccano quelli associati al collocamento, ai servizi di incasso e pagamento, ai finanziamenti, alle garanzie rilasciate e alla tenuta e gestione dei conti correnti. Positivi anche, nonostante lo sfavorevole andamento dei mercati, i ricavi legati al collocamento di prodotti di risparmio gestito e di bancassurance.
Il risultato dell’attività finanziaria è stato positivo per 76 milioni, rispetto ai 118,4
milioni consuntivati nel 2021 (-35,8% a/a).
I dividendi incassati migliorano a 6,5 milioni da 5,2 milioni del 2021, mentre il risultato dell’attività di negoziazione cala a 28,4 milioni dai 63,7 milioni del periodo di
confronto. Gli utili da cessione o riacquisto, pari a 41,3 milioni si confrontano con i 49,3 milioni del 2021 e il risultato delle altre attività finanziarie valutate al fair value, a seguito del forte rialzo dei tassi di mercato, è negativo per 67,6 milioni (positivo per 26,7 milioni nel 2021).
Il margine d’intermediazione si fissa a 1.070 milioni, segnando un incremento del 3,7% a/a. Al netto della predetta componente riferita alle altre attività finanziarie valutate al fair value, l’aggregato si sarebbe attestato a 1.138 milioni (+13% a/a).
Le rettifiche di valore nette hanno assorbito 169,8 milioni rispetto (+26,3% vs 2021), aggregato che include accantonamenti straordinari e prudenziali connessi al conflitto tra Russia e Ucraina, ferma restando l’esposizione diretta del Gruppo molto limitata verso l’area geografica coinvolta, nonché quelli relativi ai comparti del portafoglio impieghi più esposti al rincaro delle materie prime energetiche.
Il rapporto tra le rettifiche di valore nette (169,8 milioni) e i finanziamenti netti verso
clientela (33.020 milioni), costo del credito, risulta pari allo 0,51% rispetto allo 0,43% del 2021.
Il risultato netto della gestione finanziaria si è attestato a 900,3 milioni, sostanzialmente stabile (+0,3%) rispetto al 2021.
I costi operativi aumentano del 2,1% a 525,8 milioni, soprattutto in relazione all’incremento del costo del personale (+4% a 269,1 milioni), che riflette pure l’ulteriore crescita dell’organico, nonché delle altre spese amministrative (+5,6% a 262 milioni), in un contesto segnato da pressioni inflazionistiche.
Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri scendono a 14,3 milioni da 16 milioni consuntivati nel periodo di confronto, mentre gli altri oneri e proventi di gestione sono positivi per 82,2 milioni rispetto ai 61,6 milioni del 2021 (+33,4%).
Il cost-income ratio, calcolato come rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione, si fissa al 49,1% dal 49,9% del 31 dicembre 2021.
Il risultato della gestione operativa si è pertanto attestato a 374,6 milioni vs 382,2 milioni del 2021.
L’utile netto di periodo si esprime in 251,3 milioni e si raffronta con i 268,6 milioni dell’anno precedente (-6,4% a/a).
Il Cda ha confermato, come previsto dal Piano Industriale, il payout ratio pari al 50%,
corrispondente a un monte dividendi di circa 127 milioni, con una redditività calcolata
sul prezzo medio dell’azione nei dodici mesi del 2022 pari al 7,8%.
Dal lato patrimoniale, la raccolta diretta, rispetto a fine anno 2021, aumenta del 6,3% a 41.771 milioni. La raccolta indiretta, influenzata dalla negativa dinamica dei mercati, si attesta a 39.059 milioni (-4,7%).
Il risparmio amministrato flette del 4,4% a 32.672 milioni, mentre quello gestito si riduce del 6% a 6.386 milioni, beneficiando di 486 milioni di raccolta netta positiva in grado di controbilanciare, in parte, il negativo effetto mercato.
I finanziamenti netti verso clientela ammontano a 33.020 milioni (+6,3% a/a).
I crediti deteriorati netti cifrano 609 milioni, in calo del 27,3% sul dato di fine anno 2021, con un’incidenza sul totale finanziamenti netti pari all’1,8%, in calo rispetto al 2,7% di fine 2021. I livelli di copertura si mantengono particolarmente elevati: quello riferito al totale delle posizioni deteriorate si posiziona al 58,3% dal 55,4% di fine 2021.
Le sofferenze nette si riducono del 36,6% a 122 milioni, con un’incidenza sul totale finanziamenti verso clientela in calo allo 0,4%. Il grado di copertura delle stesse è pari al 76,5% rispetto al 73,9% di fine 2021.
I coefficienti patrimoniali ai fini regolamentari al 31 dicembre 2022, calcolati sulla base
dei fondi propri di vigilanza come sopra esposti, sono risultati pari a: CET1 ratio: 15,4% (phased-in), 15,3% (fully phased); Tier1 ratio: 15,4% (phased-in), 15,3% (fully phased); Total Capital ratio: 18% (phased-in), 17,9% (fully phased).
Il Leverage Ratio al 31 dicembre 2022 è pari, applicando i criteri transitori in vigore per
il 2022 (phased in), al 5,15% e, in funzione dei criteri previsti a regime (fully phased), al
5,12%.