Nel FY 2022 il Gruppo ha realizzato ricavi per 3.088 milioni, in crescita del 3,6% rispetto all’anno precedente. Tale dinamica è da ricondurre soprattutto al margine di interesse (+26% a 1.539 milioni), che beneficia del rialzo dei tassi e dell’attività commerciale e che ha più che compensato la flessione delle commissioni nette (-8% a 1.365 milioni) principalmente per l’levata volatilità di mercato che ha condizionato i proventi sulla gestione del risparmio.
I dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni ammontano a 85 milioni, in calo rispetto al 31 dicembre 2021 (-28 milioni) a seguito dei minori proventi generati
dalle partecipazioni assicurative nelle società collegate AXA.
Il risultato netto della negoziazione, delle valutazioni al fair value di attività/passività e degli utili da cessioni/riacquisti ammonta a 74 milioni, in calo di 111 milioni in buona parte per minori cessioni di titoli (circa 49 milioni nel 2022 rispetto a circa 139 milioni nel 2021).
Gli oneri operativi sono risultati pari a 2.099 milioni, in lieve riduzione rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio le spese per il personale si riducono del 2,4% a 1.394 milioni beneficiando della flessione degli organici, legata principalmente alle oltre 4.000 uscite attraverso l’Esodo o l’accesso al Fondo di Solidarietà di cui all’accordo con le organizzazioni sindacali del 4 agosto 2022.
Il risultato operativo lordo del Gruppo sale così del 13,2% a 989 milioni.
Il rapporto cost/income è sceso dal 72% nell’ultimo trimestre del 2021 al 60% del quarto trimestre del 2022, già in linea con l’obiettivo 2024 di Piano.
Al 31 dicembre 2022 il Gruppo ha contabilizzato un costo del credito clientela pari a 417 milioni, in crescita rispetto ai 250 milioni del 2021. Il dato del 2022 include le rettifiche
connesse all’operazione di cessione dei crediti deteriorati conseguenti all’utilizzo di scenari di vendita nei modelli di stima, nonché il costo derivante dall’aggiornamento degli scenari macroeconomici.
A fine anno 2022 il rapporto tra il costo del credito clientela e la somma dei finanziamenti clientela e del valore dei titoli rivenienti da operazioni di cessione/cartolarizzazione di crediti non performing esprime un tasso di provisioning di 55 bps (31 bps al 31 dicembre 2021).
Gli oneri di ristrutturazione/oneri una tantum assorbono 931 milioni, rispetto ai 7 milioni del 2021. Il dato del 2022 accoglie gli accantonamenti effettuati nel terzo trimestre a fronte della manovra di esodo/fondo di solidarietà (925 milioni), di cui all’accordo con le organizzazioni sindacali del 4 agosto 2022 per l’uscita di oltre 4.000 risorse.
Le imposte sul reddito dell’operatività corrente registrano un contributo positivo per 425 milioni (vs +49 milioni al 31 dicembre 2021) imputabile principalmente alla valutazione delle DTA.
L’esercizio si chiude con una perdita di pertinenza della Capogruppo pari a 205 milioni, a fronte di un utile di 310 milioni nel 2021. Escludendo i costi di ristrutturazione una tantum per esodi pari a 925 milioni, il conto economico si chiude con un utile netto di 720 milioni.
Dal lato patrimoniale, la raccolta diretta scende rispetto a fine anno 2021 di 8,3 miliardi a 82,0 miliardi, soprattutto in relazione a una riduzione dei PCT (-3,7 miliardi), per la minore operatività di MPS Capital Services, e del comparto obbligazionario (-1,8 miliardi), derivante dalle scadenze di un covered bond e di un’obbligazione istituzionale.
La quota di mercato del Gruppo sulla raccolta diretta si è attestata al 3,40% (dato aggiornato a ottobre 2022) sostanzialmente stabile rispetto a dicembre 2021 (pari a 3,47%).
La raccolta indiretta si è attestata a 92,4 miliardi, in calo di 12,0 miliardi vs fine anno 2021 riferibile sia al risparmio gestito (-7,6 miliardi) che al risparmio amministrato (-4,5 miliardi); entrambe le componenti hanno risentito dell’effetto mercato negativo nonostante i flussi netti positivi.
Al 31 dicembre 2022 i finanziamenti clientela del Gruppo si sono attestati a 76,3 miliardi, in calo di 3,1 miliardi a/a, un andamento che riflette l’approccio selettivo verso il large corporate e le consistenti scadenze di fine anno dovute anche alla ripresa dei pagamenti
delle PMI dopo la fine del periodo di moratoria. La quota di mercato del Gruppo risulta pari al 4,36% (ultimo aggiornamento disponibile ottobre 2022) in crescita di 10 punti base rispetto a fine 2021.
La percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 48,1%, in riduzione rispetto al livello di copertura registrato al 30 settembre 2022 (pari a 53,6%) principalmente per il calo della percentuale di copertura delle sofferenze (che passa dal 70,2% al 30 settembre 2022 al 65,1% al 31 dicembre 2022). La dinamica del coverage ratio dei crediti deteriorati (e, in particolare, di quello delle sofferenze) è dovuta al deconsolidamento dei crediti deteriorati ceduti nell’ambito dell’operazione di cessione completata nel quarto trimestre, caratterizzati da livelli di copertura superiori al valore medio.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 31 dicembre 2022 il Common Equity Tier 1 Ratio phased-in sale a 16,6% (rispetto al 12,5% di fine 2021 e al 10,0% del 30 settembre 2022), il Common Equity Tier 1 Ratio fully loaded al 15,6% (rispetto al 11,0% di fine 2021 e al 9,0% del 30 settembre 2022) e il Total Capital Ratio phased-in raggiunge il 20,5% (rispetto al 16,1% di fine 2021 e al 13,9% del 30 settembre 2022).