Nell’esercizio 2022 il gruppo BFF Bank ha registrato ricavi netti rettificati sono stati pari a 379,1 milioni, 170,1 milioni provenienti dal dipartimento Factoring, Lending & Credit Management, 52,5 milioni dai Securities Services, 63,3 milioni da Payments, e 93,2 milioni dal Corporate Center (includendo le sinergie).
Si segnala che i risultati rettificati includono nel 2021 DEPObank per l’intero periodo, a differenza del conto economico consolidato contabile al 31/12/2021 che include DEPObank da marzo 2021 a dicembre 2021.
I costi operativi totali rettificati, considerando anche deprezzamenti e ammortamenti, sono stati pari a 167,6 milioni e le rettifiche su crediti e gli accantonamenti per rischi e oneri rettificati sono stati pari a 6,2 milioni.
L’utile netto rettificato si è fissato a 146 milioni (+16,6% a/), mentre l’utile netto contabile, che include poste straordinarie, è stato pari a 232 milioni (+17,6% a/a).
Dal lato patrimoniale, a fine anno 2022 il Portafoglio dei Crediti è pari a 5.442 milioni, in crescita del 45% a/a, ai massimi storici, con una forte performance dell’Italia, in crescita del +59% a/a.
Il gruppo continua a beneficiare di un’esposizione molto bassa verso il settore privato. Le
Sofferenze (“non–performing loans”, “NPLs”) nette, escludendo i Comuni italiani in dissesto,
si sono attestate a 6,7 milioni, pari allo 0,1% dei crediti netti, con un Coverage ratio al 74%, migliorato rispetto a settembre 2022 e a dicembre 2021.
Il costo del rischio annualizzato sui crediti è pari a 11,2 punti base nei 12 mesi 2022, in
aumento rispetto ai periodi precedenti in relazione principalmente ad accantonamenti
specifici per esposizioni verso il settore privato in Polonia.
Il totale dei Crediti deteriorati netti (sofferenze, inadempienze e Past Due) ammonta a
283,8 milioni a dicembre 2022, stabile rispetto al 30 settembre 2022 e con il 92% dell’esposizione verso il settore pubblico.
Il gruppo ha mantenuto un solido livello di liquidità, con un Liquidity Coverage Ratio (LCR)
del 297,8% al 31 dicembre 2022. Il Net Stable Funding Ratio (NSFR) e il coefficiente di leva
finanziaria, alla medesima data, erano pari rispettivamente a 161,1% e 4,6%
Il Gruppo mantiene una forte posizione patrimoniale, con un CET1 del 16,9% rispetto al 9,00% di SREP (requisito quest’ultimo incrementato rispetto al precedente SREP di 7,85%). Il Total Capital ratio (“TCR”) è pari al 22,3%, molto al di sopra del TCR target del 15,00%, e del 12,50% di SREP, con 201 milioni di capitale in eccesso rispetto al 15,0% di TCR target. Entrambi i coefficienti escludono 77,5 milioni di dividendi, che saranno pagati dopo l’Assemblea Ordinaria degli Azionisti del 13 aprile 2023.
Il dividendo relativo all’esercizio 2022 è pari a 146,0 milioni, che comprende anche i
68,5 milioni di acconto sul dividendo pagato ad agosto 2022. Il saldo di 77,5 milioni (circa 0,42 per azione) verrà pagati post Assemblea Ordinaria degli Azionisti di aprile 2023. Previsto un acconto sul dividendo ad agosto 2023 sulla base dei risultati del 1° sem. 2023.
La società ha aumentato l’obiettivo di utile netto rettificato per il 2023 a 180–190 milioni da 170–180 milioni, revisione guidata principalmente dall’impatto positivo derivante dal cambio della competenza del tasso di recupero degli IdM al 50% (dal precedente 45%), dalla contabilizzazione per competenza dei diritti di incasso dei costi di recupero, precedentemente contabilizzati per cassa, dall’aumento del tasso IdM a partire al 1 gennaio 2023, nonostante l’impatto dell’uscita di Arca, dello sfasamento temporale nel riprezzamento del factoring, dell’allungamento dei giorni di incasso degli IdM e dell’effetto inflattivo sui costi.