Nel 2022 il gruppo Bper ha registrato un margine di interesse pari a 1.825,9 milioni (+21,3% a/a).
Le commissioni nette sono pari a 1.942,1 milioni in aumento del 18,3% a/a.
La voce dividendi risulta pari a 22,1 milioni,
Il risultato netto della finanza è positivo per 139,7 milioni beneficiando degli utili derivanti dalle cessioni di attività finanziarie per 18,4 milioni.
Gli altri oneri/proventi di gestione risultano pari a 328,5 milioni caratterizzati da una componente di carattere straordinario pari a € 300,0 milioni che include la plusvalenza da cessione dell’attività di merchant acquiring e gestione POS per 308,3 milioni, l’adeguamento positivo pari a 7,7 milioni rispetto al costo sostenuto per la manovra del personale nel 2019, la plusvalenza da cessione dei rami d’azienda attivi nel credito su pegno di Banca Carige e Banca del Monte di Lucca per 7,6 milioni e la restituzione delle Commissioni di Istruttoria Veloce (CIV) a clientela relative agli anni 2012 – 2015 per –23,5 milioni.
Gli oneri operativi sono pari a 2.787,8 milioni, di cui le spese per il personale risultano pari a 1.682,3 milioni impattati da 200,6 milioni di spese straordinarie, che includono costi per 166,2 milioni riferiti all’estensione della manovra di ottimizzazione degli organici già prevista a Piano, 10,4 milioni di erogazione una tantum straordinaria ai dipendenti per fronteggiare i costi del carovita contabilizzati nel 4° trimestre 2022 e 24,0 milioni attribuibili all’adeguamento del costo della manovra di ottimizzazione del personale comunicata nel dicembre 2021 contabilizzati nel 2° trimestre 2022.
Le altre spese amministrative ammontano a 877,8 milioni e includono 55,0 milioni di oneri
straordinari riferiti al processo di integrazione di Banca Carige.
Il risultato della gestione operativa è pari a 1.470,6 milioni,
Le rettifiche di valore nette per rischio di credito si attestano a 606,6 milioni e includono 19,5 milioni di rettifiche relative alle esposizioni per cassa verso la Russia. Il costo del credito si attesta a 64 p.b. (59 p.b. escludendo le rettifiche straordinarie).
Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri sono pari a 132,3 milioni.
L’avviamento negativo è relativo al badwill emerso dal processo di Purchase Price Allocation
(PPA) richiesto dall’IFRS 3 “Aggregazioni aziendali”, rispetto all’acquisizione di Banca Carige, pari a 833,1 milioni.
L’utile della gestione corrente al lordo delle imposte risulta pari a 1.384,6 milioni.
Le imposte sul reddito sono positive per 89,3 milioni impattate da una componente di carattere straordinario pari a 118,3 milioni che include imposte anticipate a fronte di perdite fiscali per 110,5 milioni, effetti fiscali delle poste straordinarie di conto economico per 119,3 milioni e la contabilizzazione di una commissione, associata al beneficio relativo alla conversione in crediti d’imposta di DTA acquisite da Banca Carige per perdite
fiscali e ACE, per –111,5 milioni.
L’utile di esercizio di pertinenza della Capogruppo è pari a 1.449,0 milioni; escludendo le poste straordinarie che ammontano a 946,2 milioni, il dato è pari a 502,8 milioni (vs 525 milioni nel 2021).
Dal lato patrimoniale, la raccolta diretta da clientela (debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie designate al fair value) si attesta a 114,8 miliardi (+13,3% rispetto a fine anno 2021).
La raccolta indiretta da clientela si attesta a 163,2 miliardi, in calo dell’1,9% a causa della performance negativa dei mercati finanziari da inizio anno. Nel dettaglio, la raccolta gestita è pari a 60,6 miliardi (+5,1% rispetto al trimestre precedente), il portafoglio premi assicurativi riferibile al ramo vita è pari a 24,3 miliardi (+2,5% rispetto al trimestre
precedente) e la raccolta amministrata è pari 78,3 miliardi (+5,5% rispetto al trimestre precedente).
I crediti lordi verso la clientela sono pari a 93,6 miliardi (+14,1% a/a). All’interno dell’aggregato i crediti “performing” ammontano a 90,6 miliardi (+16,2%), mentre i crediti deteriorati sono pari a 3,0 miliardi in calo del 25,7%. L’incidenza di questi ultimi sul totale dei crediti lordi (NPE Ratio lordo) è pari al 3,2%, in ulteriore calo rispetto al trimestre precedente (4,2%), grazie principalmente all’operazione di cessione di un portafoglio di crediti NPL. Tasso di default ancora molto contenuto (0,8%).
I crediti netti verso la clientela sono pari a 91,2 miliardi in aumento del 15,2%. All’interno dell’aggregato, i crediti “performing” netti sono pari a 89,9 miliardi in crescita del 16,0%. I crediti deteriorati netti ammontano a 1,3 miliardi, con un’incidenza sul totale dei crediti netti verso clientela (NPE ratio netto) pari all’1,4%, in calo rispetto al trimestre precedente che si attestava all’1,7%. Il coverage ratio del totale dei crediti deteriorati è pari a
57,1%.
Con riferimento alla posizione di liquidità, si segnala che l’indice LCR (“Liquidity Coverage Ratio”) al 31 dicembre 2022 è poco sotto il 200%, mentre l’indice NSFR (“Net Stable Funding Ratio”) è stimato al di sopra del 100%.
I ratios patrimoniali proforma al 31 dicembre 2022, calcolati includendo anche i pieni benefici connessi alle DTA e il beneficio economico derivante dalla cessione della piattaforma di recupero sofferenze e UTP e contestuale rilascio di RWA delle posizioni UTP, risultano i seguenti:
Common Equity Tier 1 (CET1) ratio Phase–in prof orma6 pari a 13,6% (14,5% al 31 dicembre 2021). L’indice calcolato in regime di piena applicazione (“Fully Phased” proforma) è pari a 13,2% (13,5% al 31 dicembre 2021); Tier 1 ratio Phase-in prof orma8 pari a 13,9% (14,8% al 31 dicembre 2021); Total Capital ratio Phase-in prof orma9 pari a 17,3% (17,2% del 31 dicembre 2021).
Il Cda ha approvato la proposta per la distribuzione di un dividendo unitario in contanti pari a 12 centesimi per azione per un ammontare massimo pari a 169,9 milioni.