Sabaf ha chiuso il quarto trimestre con ricavi in calo del 17,7% a 62,5 milioni (-22,1% a parità di perimetro), complice un mercato di riferimento che ha manifestato un deciso rallentamento della domanda e con il conseguente destocking lungo l’intera filiera che ha accentuato il calo delle vendite.
L’Ebitda è diminuito a 6,6 milioni dai 10 milioni del quarto trimestre 2021, con una marginalità in discesa al 12,9% (16% nel 4Q21). L’Ebit è sceso da 9,9 milioni a 1,9 milioni, mentre l’utile netto è aumentato da 0,6 milioni a 2,6 milioni.
Nell’intero 2022, i ricavi sono diminuiti del 3,9% a 263,3 milioni (-4,9% a parità di perimetro), mentre l’Ebitda è sceso del 25,9% a 40,1 milioni con una redditività al 15,8% (20,6% nel 2021). L’utile netto è stato pari a 15,7 milioni, rispetto ai 23,9 milioni dell’esercizio precedente.
Nel 2022, il gruppo ha investito 20,9 milioni (23,8 milioni nel 2021), di cui 4,8 milioni nel solo quarto trimestre (4,3 milioni nel 4Q21). L’indebitamento finanziario netto è aumentato a 84,4 milioni dai 67,7 milioni al 31 dicembre 2021 (78,8 milioni al 30 settembre 2022), dopo un free cash flow positivo per 3,4 milioni (negativo per 0,5 milioni nel 2021).
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, le prime settimane del 2023 evidenziano un andamento delle vendite e degli ordini in progressivo miglioramento. Il destocking che ha caratterizzato il secondo semestre 2022 è ormai concluso, anche se le vendite nella prima parte dell’anno si manterranno inferiori rispetto ai livelli record di inizio 2022.
Il Gruppo si attende un recupero della redditività, reso possibile dalla ripresa dei volumi produttivi, dalla riduzione dei prezzi dell’energia e delle materie prime e dalle azioni intraprese per contenere i consumi energetici.