Partenza in ribasso a Wall Street, con gli operatori sempre intenti a valutare l’outlook della politica monetaria dopo l’ultima serie di dati economici. Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq cede l’1,3%, lo S&P 500 l’1,2% e il Dow Jones lo 0,8%.
Sul fronte macro, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione si sono attestate a 194 mila unità, leggermente al di sotto delle 200 mila previste dal consensus e sostanzialmente in linea alla 195 mila della rilevazione precedente.
I prezzi alla produzione a gennaio, invece, sono aumentati oltre le attese, sottolineando le persistenti pressioni inflazionistiche che potrebbero spingere la Federal Reserve a continuare ad alzare il costo del denaro.
Dati che nel complesso confermano la resilienza dell’economia statunitense, dopo che ieri le vendite al dettaglio a gennaio hanno mostrato il maggior incremento da quasi due anni, suggerendo come la spesa per consumi manterrà i prezzi elevati.
Gli operatori stanno quindi aumentando le aspettative su quanto proseguirà il ciclo di strette monetarie della banca centrale Usa, con la previsione che i tassi saliranno al 5,2% a luglio rispetto al picco di 4,9% previsto solo due settimane fa.
Intanto sul Forex il biglietto verde è poco mosso nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro a 1,068 e il dollaro/yen a 134,3. Tra le materie prime poco mosse anche le quotazioni del greggio, con il Brent (-0,1%) a 85,3 dollari e il Wti (+0,1%) a 78,6 dollari.
Nel comparto obbligazionario, infine, il rendimento del decennale americano risale di circa tre punti base al 3,84%, sui massimi da inizio anno, e quello del biennale di circa un punto base al 4,64%.