I futures sull’azionario Usa cedono lo 0,4-0,7%, preannunciando una partenza ancora negativa a Wall Street in scia alle rinnovate preoccupazioni per una Federal Reserve più aggressiva dopo gli ultimi dati economici.
Chiusura in ribasso ieri per i principali indici americani, che hanno perso progressivamente terreno terminando in prossimità dei minimi intraday. Il Nasdaq ha ceduto l’1,8%, lo S&P 500 l’1,4% e il Dow Jones l’1,3%.
La resilienza dell’economia Usa e un’inflazione ancora su livelli elevati, insieme agli ultimi commenti provenienti dai membri dell’istituto di Washington, hanno riacceso i timori che la banca centrale Usa alzerà ancora il costo del denaro in modo deciso.
Ieri, i prezzi alla produzione Usa a gennaio sono cresciuti oltre le attese, sottolineando le persistenti pressioni inflazionistiche che potrebbero spingere la Fed a proseguire il proprio ciclo di strette monetarie.
Secondo il presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, sull’inflazione “c’è ancora molto da fare”, confermando che i tassi di interesse dovranno salire oltre il 5% e restarci per un lungo periodo di tempo.
Parole cui hanno fatto eco quelle della sua controparte di St. Louis, James Bullard, che considere possibile di un ritocco del costo del denaro da mezzo punto percentuale nella prossima riunione del Fomc in programma a marzo.
Intanto sul Forex il biglietto verde continua a rafforzarsi nei confronti delle altre valute cancellando le perdite da inizio anno, mentre sull’obbligazionario i rendimenti dei Treasury decennale e biennale salgono si portano sui massimi del 2023.