La multiutility bolognese si prepara a chiudere un 2022 superiore alle attese, malgrado la volatilità dello scenario esterno, e nel frattempo ha presentato al mercato un piano industriale al 2026 che può contare su oltre 4,1 miliardi di investimenti per la messa a terra di importanti progettualità volte a promuovere circolarità, transizione energetica e resilienza delle reti, e che sosterranno la creazione di valore a beneficio di tutti gli stakeholder, con un dividendo in crescita fino a 0,15 euro a fine periodo previsionale (+25% vs 2021).
- Preconsuntivo 2022 in crescita oltre le attese, volano per il nuovo piano quinquennale
- Le priorità strategiche: transizione energetica, circolarità, e innovazione
- La creazione di valore condiviso e la remunerazione degli azionisti
- I target al 2026 per un equilibrato mix di crescita
- Un solido piano investimenti per accelerare lo sviluppo delle filiere
- La view oltre l’arco di Piano: confermati gli obiettivi di sostenibilità al 2030
- L’outlook per il biennio 2023-2024
- Il parere degli analisti e il target price
Hera ha archiviato il 2022 con risultati preconsuntivi superiori alle aspettative, che confermano ancora una volta la capacità del gruppo presieduto da Tomaso Tommasi di Vignano di mantenere salda la rotta nonostante un contesto esterno assai volatile.
L’Ebitda, infatti, dovrebbe attestarsi a circa 1,3 miliardi, con un incremento di circa 60 milioni rispetto al 2021, mentre il rapporto debito netto/Ebitda è previsto a circa 3,3x, in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti.
Numeri che dovrebbero essere confermati in occasione della riunione del Cda, prevista per il prossimo 21 marzo, e nella quale sarà proposta anche la distribuzione di un dividendo di 12,5 centesimi per azione (12 centesimi la cedola a valere sull’utile 2021).
Una solida base di partenza, quindi, che rafforza la credibilità del piano industriale 2022-2026, che poggia sulle linee guida della transizione energetica, economia circolare e innovazione, sostenute dalla robusta accelerazione degli investimenti a oltre 4,1 miliardi (+53% rispetto alla media degli ultimi 5 anni), di cui circa 2,2 miliardi per rendere le reti sempre più resilienti e 1,2 miliardi dedicati alla filiera ambiente.
Tali risorse supporteranno la crescita dell’Ebitda, proiettato a circa 1,5 miliardi al 2026 (+246 milioni rispetto al 2021), distribuita su tutti i business del portafoglio e attraverso un equilibrato mix tra sviluppo organico e operazioni di M&A.
Il tutto si traduce, grazie ai crescenti flussi di cassa e la solida disciplina finanziaria, in una politica del dividendo che offre una remunerazione certa e in crescita per tutto l’arco di piano, fino a raggiungere i 15 centesimi per azione al 2026, in aumento del 25% rispetto all’ultimo pagato.
Non solo. Il piano al 2026 conferma il percorso intrapreso da diversi anni dal Gruppo verso una crescita sostenibile coerente con i principali target dell’Agenda Globale ONU al 2030 in tema soprattutto di decarbonizzazione e rigenerazione delle risorse.
Preconsuntivo 2022 in crescita oltre le attese, volano per il nuovo piano quinquennale
Dopo un anno caratterizzato da un contesto molto sfidante, Hera ha chiuso il ventennale con risultati preconsuntivi 2022 in crescita, superiori alle attese, raggiungendo gli obiettivi prefissati, avviando nuovi impianti industriali e cogliendo opportunità di acquisizioni.
I positivi dati preconsuntivi evidenziano ancora una volta la capacità di mantenere la rotta, malgrado la volatilità dello scenario esterno. Il Gruppo Hera, infatti, prevede di chiudere l’esercizio 2022 con l’Ebitda preconsuntivo pari a 1.285 milioni, circa 60 milioni in più rispetto al valore 2021, mentre il rapporto debito netto/Ebitda è previsto a circa 3,3x, in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti.
Tutti i business del portafoglio hanno consuntivato una crescita nel 2022, compreso il segmento Energy che ha saputo superare con successo lo scenario energetico grazie ad una politica di avversione al rischio e alla solida base clienti. La performance positiva dell’Energy è maggiormente apprezzabile considerando che Hera è stata l’unica utility italiana a registrare un risultato positivo in questa area nel 2022.
D’altro lato, giova ricordare che il risultato è stato ottenuto senza fare extra-profitti, non essendo Hera presente nel business della generazione elettrica.
E proprio grazie alla sua coerente strategia multibusiness e alla sua solidità patrimoniale e finanziaria, comprovato dal lungo track record di crescita di Hera, il Gruppo si è dimostrato resiliente e in grado di sostenere i propri stakeholder anche con nuovi investimenti, incrementando tutti gli impegni, inclusi quelli nei confronti degli azionisti.
La solidità finanziaria di Hera consentirà, quindi, alla multiutility, in occasione dell’approvazione del bilancio 2022, di proporre al Consiglio di Amministrazione un dividendo di 12,5 centesimi per azione, in crescita rispetto ai 12 centesimi del 2021.
Partendo da questa solida premessa, il Gruppo ha recentemente presentato il Piano industriale al 2026 che conferma e rafforza la crescita prevista dalla precedente pianificazione.
“Transizione energetica, circolarità, e innovazione, sono le principali linee guida su cui poggia il nuovo piano quinquennale, in coerenza con le indicazioni delle principali policy nazionali e internazionali. Tutte le transizioni in essere trovano ampio spazio nel Piano, con investimenti in aumento, supportati anche dai contributi PNRR recentemente ottenuti.”, chiarisce Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente esecutivo del Gruppo Hera.
Le priorità strategiche: transizione energetica, circolarità, e innovazione
Il Gruppo conferma anche in questo Piano il contributo alla transizione energetica con iniziative volte allo sviluppo di fonti rinnovabili elettriche e gassose, quali, ad esempio, l’installazione di impianti fotovoltaici nei siti di proprietà della multiutility, dei clienti domestici e industriali, e la produzione, anche con tecnologie d’avanguardia, di biometano e idrogeno da immettere nella rete di distribuzione o a supporto delle “Hydrogen Valleys”.
Per la promozione dell’efficienza energetica, Hera sarà ancora più impegnata a sviluppare proposte innovative di servizi a valore aggiunto (VAS) riservate ai clienti industriali, ai condomini, alla pubblica amministrazione, ma anche iniziative che permetteranno al Gruppo di ridurre i propri consumi di energia.
Per centrare gli obiettivi di economia circolare sono previsti numerosi interventi in tutti gli ambiti di business: dalla gestione sostenibile della risorsa idrica ai progetti di circolarità anche in segmenti di nicchia e più innovativi, grazie a nuovi impianti per il riciclo delle plastiche rigide e la rigenerazione della fibra di carbonio.
Proseguiranno inoltre le iniziative per alimentare l’evoluzione dei clienti verso un modello di economia circolare con offerte multiservizio per rendere i processi delle imprese più efficienti e virtuosi e aiutarle a raggiungere obiettivi di sostenibilità concreti, misurabili e sempre più sfidanti, mentre nuovi sistemi tecnologici saranno sviluppati a supporto della clientela domestica.
Il tutto senza dimenticare, infine, l’impegno del Gruppo per la diffusione dell’innovazione, con la digitalizzazione delle infrastrutture (reti e impianti), che sfrutteranno le opportunità della telegestione, del telecontrollo, dell’automazione per garantire al territorio una maggiore resilienza ai sempre più frequenti fenomeni climatici, con possibilità di intervento puntuale e immediato e quindi di mitigazione dei rischi per i servizi erogati.
La creazione di valore condiviso e la remunerazione degli azionisti
Anche in questo Piano tra le priorità strategiche emerge, il contributo del Gruppo al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU, rendicontato misurando la quota parte del Margine operativo lordo (Mol) generato da attività sostenibili volte alla creazione di valore condiviso (Csv), a beneficio di tutti gli stakeholder.
In arco piano Hera prevede una costante crescita del margine operativo lordo a valore condiviso per arrivare nel 2026 al 62% del Mol complessivo e al 70% nel 2030. Il 70% degli oltre 4 miliardi di investimenti previsti dal Gruppo tra il 2022 e il 2026 risponderà, quindi, agli obiettivi fissati dall’Agenda 2030, mentre circa il 60% sarà dedicato alle azioni di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico e allineato ai criteri tecnici definiti dalla Tassonomia europea, pari al 98% di quelli ammissibili dal Regolamento Europeo.
Forte del modello industriale multi-business e del bilanciamento tra crescita organica e M&A (oltre 50 dal 2002 a oggi) che le ha garantito una consolidata posizione di leadership nei settori presidiati, si riconferma, infine, la costante attenzione alla generazione di valore per gli azionisti tramite dividendi in aumento progressivo in arco Piano, raggiungendo i 15 centesimi per azione al 2026, in incremento del 25% rispetto all’ultimo pagato.
I target al 2026 per un equilibrato mix di crescita
Per quanto riguarda i principali target del Piano industriale, al 2026 è previsto un Ebitda complessivo di 1.470 milioni, in aumento di 246 milioni rispetto al consuntivo 2021, per una crescita media annua di circa 50 milioni, fondata in modo equilibrato sia sulla componente organica che sullo sviluppo per linee esterne.
La crescita industriale sarà supportata da un piano di investimenti complessivi per oltre 4,1 miliardi, in media circa 825 milioni all’anno, in aumento del 53% rispetto alla media degli ultimi 5 anni.
Il piano di investimenti e le crescite previste nei servizi gestiti, porteranno nel 2026 a un portafoglio perfettamente bilanciato tra attività regolate e a libero mercato, oltre che tra i diversi business: il 37% dell’Ebitda farà riferimento alla filiera Reti e il 30% ciascuno all’area Ambiente ed Energy, migliorando la resilienza e stabilizzando la reddittività sul capitale investito al di sopra del 9%.
La positiva generazione di cassa in arco Piano sarà in grado di coprire il piano di investimenti, riportando progressivamente la leva finanziaria al di sotto della soglia del 3x, con l’obiettivo di arrivare a 2,8x al 2026.
“Il nuovo Piano mostra quindi l’inclinazione verso progetti e investimenti che rispondono in maniera innovativa alle priorità dello scenario e che sono portati avanti con l’usuale attenzione a consolidare un portafoglio resiliente di attività, con l’obiettivo di continuare il percorso di crescita intrapreso. I target presentati sono perciò visibili, come hanno avuto modo di commentare anche analisti e investitori, e permettono al Gruppo di confidare in un progressivo incremento degli stessi, come accaduto nel corso degli anni.”, osserva il Presidente Tommasi di Vignano.
Un solido piano investimenti per accelerare lo sviluppo delle filiere
Anzitutto, le Reti rappresentano il principale destinatario degli investimenti del quinquennio con circa 2,2 miliardi, di cui circa metà sarà indirizzata al ciclo idrico integrato, mentre un’altra fetta importante pari al 42% sarà investita nella distribuzione gas ed energia elettrica.
I numerosi progetti di digitalizzazione e automazione renderanno le infrastrutture della filiera maggiormente resilienti agli eventi esogeni esterni (climatici e non solo), rendendo l’intervento sui sistemi gestiti più tempestivo.
L’impiego di modelli di manutenzione predittiva e di modellazione funzionale permetterà inoltre di classificare, pianificare e dimensionare meglio gli interventi necessari sulla pluralità di reti gestite, a beneficio della clientela finale sia in termini di qualità sia di efficienza e continuità del servizio.
Al netto della recente revisione tariffaria di Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), l’Ebitda è previsto in crescita di 74 milioni, passando dai 472 milioni di consuntivo ai 546 milioni al 2026 e il percorso di sviluppo della filiera sarà in particolare sostenuto dalla crescita organica.
Ancora, la filiera Ambiente sarà il principale volano di crescita, a cui saranno destinati circa 1,2 miliardi di investimenti, tre quarti dei quali nel trattamento e recupero, volti a rafforzare il parco impiantistico della multiutility.
Il Gruppo ha rafforzato ulteriormente la propria leadership a livello nazionale nell’area ambiente, con particolare riferimento alle attività di bonifica e global service, anche grazie alle operazioni di M&A recentemente concluse, che hanno portato all’integrazione della marchigiana Macero Maceratese e della modenese ACR.
Gli investimenti in nuovi impianti hanno l’obiettivo di aumentare il volume dei rifiuti trattati nei segmenti già presidiati e più innovativi di nicchia e di incrementare la produzione di gas rinnovabili, per centrare gli obiettivi di economia circolare e neutralità carbonica, e contribuiranno all’incremento dell’Ebitda fino a 441 milioni al 2026, in crescita di 149 milioni.
Infine, la filiera Energy, con più di 650 milioni di investimenti, vedrà un Ebitda in aumento di 16 milioni, passando da 423 milioni a 439 milioni al 2026, più che compensando le discontinuità del periodo, grazie alla crescita della domanda per servizi a valore aggiunto (VAS) e al progressivo incremento della base clienti, che nel 2026 raggiungerà i 4 milioni di unità – ben bilanciati tra energia elettrica e gas – consolidando il Gruppo al terzo posto nel settore energy.
In arco di Piano la multiutility prevede, pertanto, di affiancare ulteriormente i propri clienti nel percorso verso la transizione energetica e l’elettrificazione dei consumi, con nuovi prodotti e soluzioni sempre più avanzate. L’innovazione, inoltre, sarà una leva fondamentale per far evolvere il rapporto tra venditore e cliente verso nuovi standard di qualità e soddisfazione, aumentando la fidelizzazione dei clienti.
La view oltre l’arco di Piano: confermati gli obiettivi di sostenibilità al 2030
Il Piano al 2026 conferma il percorso intrapreso da tempo dal Gruppo verso una crescita sostenibile coerente con i principali target dell’Agenda Globale ONU al 2030.
Tra i principali, troviamo l’impegno a ridurre le emissioni di anidride carbonica del Gruppo con progettualità previste in arco piano volte a cogliere le opportunità legate alla decarbonizzazione e alla mitigazione dei rischi dei cambiamenti climatici per confermare l’ambizioso obiettivo del -37%, già validato dal prestigioso network internazionale Science Based Target initiative (SBTi).
Il Gruppo conferma, inoltre, l’impegno per l’economia circolare e la rigenerazione delle risorse, confermando gli obiettivi al 2030 di incremento delle plastiche riciclate (+150% rispetto al 2017), di riciclo degli imballaggi (fino all’80% del totale), di riutilizzo delle acque reflue (fino al 18% del totale al 2030) e di riduzione dei consumi idrici interni (-25% al 2030 rispetto al consumo dell’anno 2017).
Infine, nel mondo della vendita energy la multiutility si è data l’obiettivo al 2030 di incrementare al 50% la quota di energia elettrica rinnovabile sul totale venduto e prevede di ridurre del 10% al 2030 (rispetto ai consumi 2013) i consumi interni di energia, per contribuire in modo tangibile alla transizione energetica.
L’outlook per il biennio 2023-2024
“Alla luce dei risultati 2022, superiori alle attese, che hanno mostrato la resilienza del portafoglio di business, e considerato il miglioramento dello scenario energetico in questi primi mesi del 2023, è logico attendersi una tenuta e prosecuzione nella crescita dei margini industriali, anche grazie al dispiegamento degli investimenti di sviluppo previsti nel piano industriale.”, rimarca il Presidente Tommasi di Vignano.
Hera è una utility infrastrutturale protagonista nell’abilitazione della transizione energetica e dell’economia circolare del Paese, temi che hanno generato un incremento della domanda di nuovi servizi a valore aggiunto nel 2022 e che saranno un trend anche nel prossimo biennio.
La crescita della marginalità e il mantenimento della solidità finanziaria portano quindi il Gruppo a prevedere fin da ora un’ulteriore crescita nella remunerazione degli azionisti, come emerge anche dalla politica del dividendo inserita nel piano industriale.
Il parere degli analisti e il target price
Ad oggi il target price di consensus su Hera si attesta a 3,25 euro, pertanto permane un ampio spazio di apprezzamento rispetto alle ultime quotazioni. Infatti, tutti gli analisti che coprono il titolo Hera raccomandano di acquistare oppure di mantenere il titolo in portafoglio e la maggior parte di loro ha un target price ben sopra i 3,00 euro per azione.
D’altra parte, gli impegni messi in campo anche attraverso l’importante volume di investimenti in arco Piano dimostrano come Hera sia un operatore deciso a rafforzare tutti gli asset per consolidare ulteriormente il proprio ruolo di leadership nel settore.