Mercati asiatici – Seduta debole, tiene il Giappone

Seduta debole per i principali listini asiatici dopo la chiusura negativa di Wall Street.

In Cina, Shanghai cede lo 0,3% e Shenzhen lo 0,8%, sottotono come Hong Kong (-0,6%). Cauto invece il Giappone, con Nikkei -0,1% e Topix +0,2%.

Il focus resta sulle prossime mosse delle banche centrali per raffreddare le pressioni sui prezzi.

Gli investitori hanno monitorato con attenzione l’indice Pce, una misura chiave dell’inflazione attentamente monitorata dalla Fed, che a gennaio ha accelerato al 5,4% dal 5% del mese precedente, rafforzando le aspettative che la Fed manterrà i tassi di interesse su livelli elevati più a lungo del previsto.

A ciò si è aggiunta l’inaspettata accelerazione dell’indicatore della spesa per consumi personali che ha evidenziato i rischi di un’inflazione persistentemente elevata.

Dati che, unitamente alla solidità del mercato del lavoro americano, potrebbero ostacolare le operazioni della Fed per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%.

Sul fronte macro, in Giappone, a dicembre il Leading Index (finale) si è attestato a 97,2 punti, in linea con il dato preliminare. A novembre il Leading Index (finale) si era fissato a 97,4 punti.

Intanto, sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,055 e il cambio tra biglietto verde e lo yen scende leggermente a 136,2, dopo il balzo di venerdì scorso in scia alle parole del nuovo governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda, che ha confermato l’attuale politica accomodante.

Tra le materie prime, il petrolio viaggia in flessione con il Brent a 82,4 dollari (-0,5%) e il Wti a 76 dollari al barile (-0,4%).

Il tutto dopo che venerdì, a Wall Street, S&P500 e Dow Jones hanno ceduto un punto percentuale e il Nasdaq l’1,7%.