Nel 2022 Technoprobe ha registrato ricavi consolidati pari a 549 milioni, in crescita del 40% rispetto al 2021 a seguito dell’espansione del Gruppo nel suo mercato di riferimento anche grazie allo sviluppo di nuove tecnologie che ne hanno rafforzato la posizione di leadership.
L’Ebitda segna un progresso del 40% a 245 milioni, in relazione ai maggiori volumi consuntivati e con un margine al 45%. La marginalità, in linea con quella dell’anno
precedente, sconta un incremento del costo del venduto in conseguenza della spinta inflazionistica che ha inciso negativamente sul costo delle materie prime e sui costi di ricerca e sviluppo.
L’utile netto del gruppo si fissa a 148 milioni, in crescita del 24% a/a.
Al 31 dicembre 2022, la posizione finanziaria netta consolidata presenta un valore positivo pari a 403 milioni rispetto a cassa netta per 135 a fine anno 2021, un andamento riconducibile principalmente alla liquidità generata dalle attività operative pari a 207 milioni e ai proventi rivenienti dall’aumento di capitale predisposto a servizio della quotazione (139 milioni).
Gli investimenti capitalizzati nel periodo sono stati pari a 78 milioni e riguardano
principalmente interventi di potenziamento, modernizzazione e aggiornamento delle linee produttive per far fronte alla sempre crescente domanda del mercato di riferimento, sia in Italia che all’estero, oltre a nuovi progetti ancora in corso di sviluppo.
Alla luce del contesto macroeconomico e delle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina relative ai limiti imposti alle esportazioni tecnologiche in Asia, che rappresentano un ulteriore fattore di instabilità nel settore dei semiconduttori, la società prevede una contrazione dei propri volumi nella prima metà del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La ripresa dell’intera filiera dei semiconduttori è attesa per la seconda metà del 2023, trainata da una generale ripresa dei consumi e dalla conclusione dei processi di de-stocking attualmente in corso.
Pertanto, il Cda ha deliberato di proporre all’Assemblea di riportare l’utile di esercizio
a nuovo una volta adeguate le riserve indisponibili, scelta volta a supportare la strategia di crescita della società.