Amplifon ha archiviato l’esercizio 2022 con ricavi consolidati pari a 2,1 miliardi, in crescita dell’8,8% a cambi correnti e del 6,8% a cambi costanti rispetto al 2021.
La performance è stata trainata da una crescita organica del 3%, superiore al mercato di riferimento, e da acquisizioni per il 3,8%, principalmente per Bay Audio. L’effetto cambio è stato positivo per il 2%, in primis per l’apprezzamento del dollaro americano rispetto all’euro.
L’EBITDA si è attestato a 518,7 milioni (+10,8%), con il relativo margine sostanzialmente stabile al 24,5%, mentre l’Ebit è aumentato del 13,3% a 278,7 milioni, spesati ammortamenti e svalutazioni saliti dell’8%.
Gli oneri finanziari netti sono stati pari a 34,9 milioni rispetto a 22,6 milioni del 2021.
L’esercizio si è chiuso con un utile di gruppo a 178,5 milioni (+13,1%).
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 830 milioni
rispetto a 871,2 milioni al 31 dicembre 2021.
Il CdA proporrà all’assemblea degli azionisti, convocata per il prossimo 21 aprile,
la distribuzione di un dividendo di 0,29 euro per azione, con stacco della cedola il 22 maggio e pagamento a partire dal 24 maggio.
Per l’esercizio 2023 Amplifon prevede di “crescere organicamente a un tasso superiore rispetto a quello del mercato di riferimento, guadagnando quote di mercato; contribuire con M&A bolt-on alla crescita dei ricavi consolidati del gruppo nell’ordine del 2%; migliorare la profittabilità rispetto all’esercizio 2022 grazie ad una maggiore leva operativa, anche a fronte di continui e significativi investimenti nel business”.
Nel medio termine, la società rimane “estremamente positiva circa le proprie prospettive per uno sviluppo profittevole e sostenibile grazie ai fondamentali del mercato hearing care e all’ancora più forte posizionamento competitivo”.