Prosegue in ribasso la seduta delle borse europee, in linea all’andamento debole dei futures di Wall Street, dopo la lettura preliminare di febbraio dell’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona.
A Milano il Ftse Mib cede lo 0,2% in area 27.250 punti. Sotto la parità anche il Dax di Francoforte (-0,4%), il Cac 40 di Parigi (-0,4%), il Ftse 100 di Londra (-0,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%).
Sul fronte macro, lo scorso mese la stima dell’inflazione della zona euro ha evidenziato un rallentamento inferiore le attese, segnando un incremento dell’8,5% rispetto al +8,3% stimato dagli analisti e al +8,6% di gennaio.
L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, mostra a febbraio (dato preliminare) un incremento su base tendenziale del 5,6% rispetto al +5,3% del consensus e del dato di gennaio.
In Italia, l’indice armonizzato UE dei prezzi al consumo ha registrato un +0,2% su base mensile, rispetto al -0,3% del consensus e al -1,5% di gennaio (rivisto da -1,3%). Su base annua, il dato segna un progresso del 9,9% (+9,5% stimato e +10,7% mese precedente).
Intanto, in attesa della pubblicazione delle minute della Bce, la presidente dell’Eurotower Christine Lagarde ha dichiarato di ritenere possibili ulteriori strette oltre a quella di 50 punti base prevista a marzo, a seconda dell’andamento dei dati macroeconomici.
Il focus degli operatori è ora quello di capire quanto in alto saliranno i tassi di interesse su entrambe le sponde dell’Atlantico, con un picco al 5,5% previsto a settembre da parte della Federal Reserve e oltre il 4% da parte della Bce.
Sul Forex il biglietto verde si rafforza nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro a 1,062 e il dollaro/yen a 136,6. Tra le materie prime in rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+0,7%) a 84,9 dollari e il Wti (+0,8%) a 78,3 dollari.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund arretra di circa un punto base in area 184, con il rendimento del decennale italiano al 4,58%. Il rendimento del Tbond Usa, invece, è risalito oltre la soglia del 4%, dopo un’impennata di 40 punti base a febbraio.
Tornando a Piazza Affari, bene in particolare Amplifon (+2,9%), Tenaris (+1,9%), Eni (+1,7%) e Terna (+1,6%), mentre le vendite colpiscono soprattutto Stm (-6,5%) dopo che Tesla ha detto di voler ridurre l’uso del carburo di silicio.