Mercati asiatici – Cina poco mossa, delude l’obiettivo di crescita al 5% per il 2023

Seduta a due velocità per i principali listini asiatici, orfani di Bangkok, chiusa per festività, in un clima mitigato dal modesto obiettivo di crescita economica della Cina.

Shanghai viaggia a -0,2% e Shenzhen sulla parità. Hong Kong avanza dello 0,4%, positivo come il Giappone con Nikkei +1,1% e Topix +0,8%.

Il sentiment cinese resta frenato dai segnali giunti dal Work Report, documento che aperto i lavori del Congresso nazionale del Popolo, il ramo legislativo del parlamento di Pechino, e dal quale emerge la previsione di una crescita prudente e sotto le attese, inferiore a quella di Fmi e Banca Mondiale.

A deludere gli investitori è infatti l’obiettivo di sviluppo “attorno al 5%” per il 2023, che potrebbe essere interpretato come un segno che i politici cinesi non  impiegheranno stimoli su larga scala.

Questa settimana l’attenzione resterà sull’Assemblea nazionale del popolo a Pechino per eventuali ulteriori comunicazioni, la decisione sui tassi di interesse australiani mentre venerdì arriverà l’annuncio della Banca del Giappone, l’ultimo sotto l’attuale governatore Haruhiko Kuroda.

Altro appuntamento chiave sarà il job report che potrebbe fornire nuove indicazioni circa la capacità dell’economia statunitense di resistere a ulteriori aumenti dei tassi dopo che i dati della scorsa settimana hanno già mostrato una continua resilienza del mercato del lavoro a stelle e strisce.

Dati che hanno rafforzato l’aspettativa secondo la quale la Fed potrà proseguire con il suo ciclo di strette monetarie. Occhi infine in settimana sull’intervento del presidente Jerome Powell davanti alle commissioni di Senato e Camera.

Sul forex, l’euro/dollaro risale in area 1,065 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 135,7. Tra le materie prime, il petrolio viaggia in ribasso con il Brent a 85,2 dollari (-0,7%) e il Wti a 79,1 dollari al barile (-0,7%).

Il tutto dopo che venerdì, a Wall Street, il Nasdaq ha guadagnato il 2%, lo S&P500 l’1,6% e il Dow Jones l’1,2%.