Buzzi Unicem – Respinge accuse autorità ucraine su coinvolgimento in controllata russa

Siamo al corrente di una campagna denigratoria, intrapresa da inizio febbraio nei confronti di Buzzi Unicem che mira a incrinare la reputazione della società. La diffusione dei contenuti si è verificata attraverso post sui social network e/o messaggi diretti.

È quanto si legge in una nota diffusa dalla società in merito a contenuti che affermano che Buzzi Unicem sia in qualche modo coinvolta nelle attività svolte dalla controllata SLK Cement, società corrente in Russia, tendenti a sostenere la guerra di aggressione contro l’Ucraina.

Buzzi Unicem ha già chiarito nel suo comunicato del 12 maggio 2022 la decisione di cessare con effetto immediato qualsiasi coinvolgimento operativo nell’attività svolta dalla controllata SLK Cement in Russia e sospendere tutte le iniziative strategiche e gli investimenti nel paese. “Ciò significa nessun coinvolgimento del nostro management nel processo decisionale riferito a iniziative di carattere locale e azioni commerciali”.

SLK Cement è un’entità domiciliata in Russia che opera esclusivamente all’interno del paese e quindi soggetta alla legislazione nazionale. Il pagamento delle imposte e la mobilitazione dei dipendenti nell’esercito non sono decisioni discrezionali, ma piuttosto obblighi legali all’interno della giurisdizione russa. Queste implicazioni sono indipendenti dalla proprietà e non sono in alcun modo influenzate dall’appartenenza a un gruppo internazionale.

Contrariamente a quanto affermato, Buzzi Unicem è presente in Ucraina dal 2001 ed è uno dei principali produttori di cemento e calcestruzzo preconfezionato del paese. Nonostante le significative perdite finanziarie subite a seguito dell’invasione russa, Buzzi Unicem non ha interrotto le operazioni in Ucraina, sta continuando a fornire prodotti ai clienti ucraini, pagare le imposte in Ucraina e fornire lavoro e aiuto umanitario ai suoi quasi 1000 dipendenti e famiglie nel Paese.

Il titolo ha chiuso la seduta di ieri con un calo del 4,5%, dopo che l’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione (Napc) ha fatto sapere di avere inserito il produttore di cemento nella lista degli sponsor internazionali della guerra a causa delle attività condotte con la Russia.