Le borse europee proseguono in rosso nel pomeriggio con l’andamento in rosso di Wall Street, dopo i dati sui non farm payroll di febbraio attentamente monitorati in vista delle prossime mosse della Federal Reserve.
A Milano il Ftse Mib cede l’1,9% in area 27.200 punti. In calo anche il Ftse 100 di Londra (-1,8%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,8%), il Dax di Francoforte (-1,6%) e il Cac 40 di Parigi (-1,6%). Oltreoceano, Nasdaq cede lo 0,6%, S&P 500 lo 0,3% mentre il Dow Jones viaggia poco sotto la parità.
Ad appesantire il sentiment dei mercati contribuiscono le preoccupazioni legate alle tensioni sul settore finanziario statunitense, innescate dai crolli di ieri di Silvergate Capital e SVB Financial.
Dall’altra parte, sul fronte macro, lo scorso mese l’economia statunitense ha creato 311 mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, oltre i 225 mila previsti dal consensus ma al di sotto dei 504 mila di gennaio (rivisti da 517 mila).
Il tasso di disoccupazione è aumentato al 3,6% rispetto alle attese di una lettura stabile al 3,4%, mentre i salari medi sono aumentati dello 0,2% su base mensile rispetto al +0,3% stimato dagli analisti e della rilevazione precedente.
Numeri che nel complesso alimentano le speranze sulla possibilità che, nella prossima riunione del 21 e 22 marzo, la Fed non debba necessariamente accelerare per il momento il ritmo dei rialzi dei tassi di interesse, evitando così il rischio di una pesante recessione.
Intanto sul Forex il cambio euro/dollaro viaggia in rialzo poco sotto quota 1,07 mentre il dollaro/yen scende a 134,8 dopo che la Bank of Japan ha confermato la propria politica monetaria accomodante, nell’ultimo meeting da governatore di Haruiko Kuroda.
Tra le materie prime in rifrazionale le quotazioni del greggio con il Brent (+0,6%) a 82,1 dollari e il Wti (+0,5%) a 76,1 dollari.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund risale di circa cinque punti base in area 181, con il rendimento del decennale italiano al 4,26% (-14 bp).
Tornando a Piazza Affari, le vendite colpiscono in particolare i titoli del settore bancario e del risparmio gestito. In calo Finecobank (-5%) ,Bper (-4,5%), Banca Mediolanum (-3,5%), Unicredit (-3,5%) e Azimut (-3,4%), ma anche CNH Industrial (-4,2%). In controtendenza Leonardo (+3%) dopo la diffusione dei risultati 2022 e della guidance 2023.